BERGAMO. Collocata su un sistema
collinare alle propaggini delle Prealpi Orobiche, solcate
da valli ricche di boschi, di acque e di minerali, Bergamo
compare sulla scena storica con le caratteristiche proprie
di una città solo in età romana. Oggi però sempre più
attendibile la teoria secondo cui il nome deriverebbe dall'area
linguistica mediterranea orientale. Toponimi quali Praga,
Parga, Barga, Pergamo, Bergamo deriverebbero tutti dall'accadico
parakkum, posto alto nel tempio, cella, santuario. Caratterizzata dalla
divisione della struttura urbana su due livelli, la città
bassa, moderna e dinamica, e la famosa "Città Alta",
vero e proprio gioiello storico e artistico, Bergamo costituisce
un riferimento turistico di assoluta importanza anche grazie
alla presenza dell’aeroporto di Orio al Serio che porta in
città tantissimi turisti.
Esistono diversi modi: In autobus da Piazzale
Marconi (Stazione FF.SS.) e da Porta Nuova autobus 1 direzione
Colle Aperto In funicolare che
parte da Bergamo bassa ed arriva in Piazza Mercato delle Scarpe.
A piedi tramite le
diverse scalinate che collegano la città bassa alla parte
alta. Ne esistono di diverse ma la più frequentata ed utilizzata
dai turisti è sicuramente quella vicino alla funicolare. Ne
esistono anche di più brevi ma meno facili da raggiungere
per quanti non conoscono la città.
Ecco i principali
monumenti da visitare in Città Alta: Piazza Vecchia Basilica di Santa
Maria Maggiore Cappella Colleoni Mura Venete Museo di scienze Naturali Orto Botanico Piazza Vecchia - Bergamo Alta
Completa la scenografica
piazza l’elegante fontana dono del Podestà veneto Alvise Contarini.
Il Duomo, nato da
un progetto del Filarete, fu più volte modificato nel corso
dei secoli. La decorazione interna fu completata solo a fine
800. Pregevoli la cappella del Crocifisso, che conserva
un crocifisso del '500, e l'abside dove sono collocate sette
grandi tele fra cui Il martirio di S.Giovanni Episcopo del
Tiepolo. A lato della Cappella
Colleoni una scalinata conduce all’ingresso della Curia Vescovile.
Basilica di Santa Maria Maggiore
Molti artisti vi hanno
lavorato: lombardi, veneti, toscani e anche stranieri. Due
sono gli accessi alla basilica ornati dagli splendidi protiri
in marmi policromi opera di Giovanni da Campione.
L’interno è ricco di opere di grande pregio. Gli stalli
del coro e le tarsie dell’iconostasi, che raffigurano racconti
biblici, sono stati eseguiti tra il 1524 e il 1555 su disegno
di Lorenzo Lotto da maestri intagliatori . S. MARIA MAGGIORE:
informazioni Piazza Duomo - sagrestia
tel. 035/22.33.27. Ingresso libero. Apertura & orari:
dal 1/11al 31/3 da
lunedì a venerdì: 9.00-12.30; 14.30 – 17.00 sabato: 9.00-12.30
e 14.30-18.00 domenica e festivi
9.00-12.45 e 15.00 – 18.00. Dal 1 aprile al 31
ottobre: 9.00-12.30 e 14.30-18.00 tutti i giorni. Dopo la messa delle
7.30 la basilica viene chiusa fino alle ore 9.00.
Uomo colto ed aggiornato
il Colleoni progetta un monumento che, collocandosi nel cuore
dello spazio cittadino, avrebbe determinato nuove prospettive.
E così il tamburo
ottagono della cappella e l'aguzza cuspide della lanterna
richiamano le fantasiose terminazioni della basilica, mentre
l'esuberante policromia della facciata riprende, nei colori
e nei materiali, il portale trecentesco della basilica. Nell’interno la monumentale
tomba del Colleoni presenta due arche sovrapposte inserite
in un arco trionfale, una rielaborazione delle monumentali
tombe gotiche i cui caratteri sono riconoscibili nei bassorilievi
e nelle sculture. marzo - ottobre: tutti
i giorni, ore 9.00 -12.30 e 14.00-18.30 novembre - febbraio:
ore 9.00 - 12.30 e 14.00 - 16.30 chiuso il lunedì.
Le mura venete - Bergamo Alta
Andarono così perdute
importanti opere e monumenti storici come la cattedrale paleocristiana
di S. Alessandro assieme a 80 case di Borgo Canale, le chiese
di S. Lorenzo, con 59 case del borgo omonimo, S. Giacomo,
S. Pietro. Al di sotto delle
mura vennero consolidate quelle attività agricole ed orticole,
già esistenti, che donano ancora oggi all'ambiente una bellezza
paesaggistica unica nel suo genere. Le mura, oggi in parte
proprietà comunale e in parte demaniali, vennero ripulite
per intero ed in parte restaurate nel 1976 su iniziativa del
l'Azienda Autonoma di Soggiorno e per alcuni tratti anche
nel 1984. La visita ai sotterranei
e alle cannoniere delle mura è possibile solo, previa prenotazione,
con l'accompagnamento degli esperti del Gruppo Speleologico
'Le Nottole' . LE NOTTOLE. Il Gruppo Speleologico
Bergamasco Le Nottole è attivo da oltre 35 anni: le prime
esperienze risalgono al 1969 ad opera di tre speleologi che
associarono il nome del mammifero dell'ordine dei chirotteri,
uno dei più grandi pipistrelli europei, La profonda conoscenza
dei sotterranei delle mura venete di Bergamo e di altre strutture
sotterranee situate in provincia, la collaborazione con organizzazioni
per l’interscambio di informazioni relative al sottosuolo
dei centri storici e lo svolgimento di numerose visite guidate
negli ambienti ipogei di Bergamo Alta consentono all’associazione
di essere apprezzata da un considerevole numero di appassionati.
giugno – 23 settembre
2006 Estate vivi la tua
Città 18 appuntamenti gratuiti
alla scoperta delle opere ipogee di Città Alta e dintorni:
cannoniere, sotterranei, acquedotti e rifugi antiaerei. La
serata prescelta in genere è il venerdì sera Le guide delle Nottole
condurranno i partecipanti nel periodo estivo alla scoperta
di luoghi sconosciuti di Città Alta e dintorni, normalmente
non aperti al pubblico. Il programma include
alcuni interessanti tour della durata di circa due o tre ore
ciascuno, che consentiranno di visitare l’acquedotto dei Vasi,
i sotterranei delle Mura Venete e le Miniere di Astino. Per chi fosse interessato
ecco qui il programma
In mezzo a tanta cultura
I formaggi bergamaschi
sono caratterizzati da una particolare tipicità che racchiude
in sé un patrimonio culturale inestimabile soprattutto nelle
zone marginali ove la tradizione ha ancora profonde radici.
Ne esistono di differenti
tipi. Prodotta esclusivamente
con carni suine fresche provenienti da diversi tagli quali
la coscia, la spalla, la coppa e il sottogola.
La lavorazione viene eseguita con l'aggiunta diretta
di sale, vino rosso e spezie.
La “Löanghina” viene successivamente insaccata utilizzando
il budello ovino chiamato anche “groppino”. E’ prodotta esclusivamente
con carni suine fresche dalla pezzatura minima di Il processo di salagione
avviene a secco con sale da cucina, pepe, spezie e varie erbe
aromatiche e deve avere una durata superiore ai 7 giorni.
Il salame bergamasco
viene prodotto solo ed esclusivamente con carni suine fresche
provenienti da diversi tagli quali la coscia, la spalla e
la coppa (per la parte magra) e dal sottogola (per la parte
grassa). Il processo di salagione avviene con l'aggiunta
di sale marino fino direttamente nell’ impasto e a questo
vengono poi aggiunti pepe nero, vino rosso, spezie e aglio
fresco pestato oppure lasciato in infusione nel vino. E’ consentito
l’uso di nitriti e/o nitrati nei limiti consentiti dalla legge.
”Ol salàm” viene insaccato nel budello, detto anche“crespone”
(tratto iniziale del colon) o “cresponetto” (tratto interno
del colon) per una lunghezza minima di PRIMI PIATTI Il primo piatto per
eccellenza della cucina bergamasca sono i casoncelli. Esistono diverse versioni
di ricette diverse da zona a zona, ma spesso anche da famiglia
a famiglia. La tradizione vuole
che la ricetta classica sia quella con il ripieno di carne
ma ne esistono anche versioni arricchite con l’aggiunta di
amaretti, uva sultanina, pera spadona e scorza di limone.
Il condimento per eccellenza per i casoncelli è il
burro fuso con salvia e pancetta.
Non esiste un vero
e proprio secondo piatto della cucina bergamasca ma quasi
tutti i ristoranti vengono proposti brasati, stracotti, arrosti.
Il suo nome deriva
dal tarai ("tarel"), un lungo bastone usato per
mescolarla all'interno del paiolo di rame in cui veniva preparata.
Ad accompagnare i
piatti della tradizione bergamasca non può mancare anche il
vino, ovviamente anch'esso bergamasco.
La zona vinicola della
bergamasca è Il terreno è infatti
fertile e la temperatura è mite per la vicinanza del lago.
Questa presenza è ideale per la crescita della vite e la produzione
di vini di qualità. I Valcalepio DOC
-
Valcalepio Rosso.
E’ prodotto da una selezione di uve Merlot e Cabernet-Sauvignon
coltivate nelle migliori posizioni della fascia collinare
bergamasca. Gli abbinamenti ottimali sono con piatti di carni
rosse e bianche, arrosti o cacciagione accompagnati dalla
tradizionale polenta bergamasca. E' peraltro ottimo con formaggi
tipici quali il Taleggio ed il "Formai de Mut".
-
Si abbina perfettamente
con gorgonzola piccante, sbrisolona, offelle mantovane, pasticceria
secca in genere. Ma la tradizione bergamasca
ha anche degli ottimi DOLCI.. La pasticceria bergamasca
offre a tutti i golosi invitanti prodotti che ne testimoniano
le antiche tradizioni dolciarie. La torta del Donizetti,
dedicata al grande musicista bergamasco, la torta di Treviglio,
ideata in occasione della festa della Madonna delle Lacrime,
o la tradizionale "Polenta e Osei", dolce trasposizione
del tipico piatto della cucina orobica. E' la specialità dolciaria
più conosciuta della tavola bergamasca. Dedicata al grande
musicista bergamasco Gaetano Donizetti, è preparata con farina,
fecola, burro, zucchero, uova, ananas e albicocche candite
con maraschino e vaniglia. Ha la forma a ciambella ed è spolverata
con dello zucchero a velo.
La "Turta de
Treì" non è altro che la ricetta vincente ideata in occasione
di un concorso bandito agli inizi degli anni '90 dalla Associazione
Botteghe Città di Treviglio con lo scopo di selezionare un
prodotto che potesse essere associato alla celebrazione della
festa della Madonna delle Lacrime. Da allora questa specialità
dal gusto delicato ed originale ha assunto grande notorietà
tanto che viene prodotta e consumata in tutti i mesi dell'anno.
Ma dove gustare le
specialità della cucina bergamasca?
In Città Alta si trovano
tantissimi ristoranti e pizzerie. Fra i tanti io vi
consiglio:
-
Trattoria
-
Ristorante Da Mimmo
Via Colleoni, 17. E' uno dei locali storici della città aperto
dal 1956. Ecco
il link
-
Hosteria del Vino
Buono P.zza Mercato delle Scarpe, 25. Questo locale lo consiglio
per gustare la varietà di polente presenti nel menù.
-
Trattoria Bernabò Piazza
Mascheroni, 11.
-
Al Cantinone Via G.
Donizetti, 23
-
Donizetti Via Gombito,
17/a. Anche qui ecco il link
-
Per una cena speciale
(credo anche nel prezzo!!!)
-
-
Per una pausa sfiziosa
a base di dolci consiglio il Caffè Pasticceria Cavour in via
Gombito.
-
Se, invece, volete
uno spuntino veloce e sfizioso non potete non fermarvi in
una delle due fornerie più famose e frequentate Nessi e Tresoldi.
Ex Convento di San Francesco Edificato tra la fine
del Duecento e l’inizio del Cinquecento, l’ex Convento di
San Francesco rappresenta esempio pregevole di architettura
conventuale medievale, costruita intorno al chiostro.
Dalle fonti si evince che il complesso era così composto:
la chiesa di San Francesco, i chiostri (Chiostro delle Arche
e chiostrino del pozzo) e la struttura a tre piani comprensiva
di sala capitolare, celle, dormitori, refettori, cucine e
infermeria. Ad adornare e impreziosire
questi ambienti, troviamo numerosi affreschi databili a partire
al Trecento e in parte visibili ancora oggi, anche se piuttoston
rovinati. Negli anni ’30 del
Novecento viene restaurato e, ormai di proprietà del Comune,
destinato a scuola elementare e nel periodo tra il 1943 –
1945 è sede della Guardia nazionale repubblicana. Nel 1997 il convento
lega il suo nome al Museo storico di Bergamo; per cinque anni,
fino al 2001, accoglie la sezione Ottocentesca del museo,
ora presso Informazioni pratiche
Ex Convento di San
Francesco - Museo storico di Bergamo Piazza Mercato del
Fieno 6/a – 24129 Bergamo (Città alta) Tel. 035/247116 Fax
035/219128 Orari apertura da martedì a domenica
9.30-13 e 14-17.30 (ottobre-maggio); Ingresso a pagamento
Il complesso della
Rocca ha avuto sin dalle origini destinazione militare e sorge
sul colle di Sant’Eufemia in Bergamo alta, luogo di insediamenti
celtici e romani. Il mastio, in posizione
elevata, offre una visuale a 360 gradi sulla città e su alcune
aree della provincia. Dal 7 maggio 2004
nel complesso è visitabile la sezione ottocentesca del Museo
storico (1797-1870). Informazioni pratiche: Apertura tutti i giorni 10-18
(ottobre e marzo) tutti i giorni 10-17.30
(novembre) Chiuso nei giorni
di Natale, Capodanno e Pasqua Ingresso Parco: gratuito Rocca Telefono 035-221040 Fax 035-219128
Il Museo storico di
Bergamo nelle sue forme attuali nasce nel 1997, ma la sua
storia ha inizio nel 1917 quando, con il nome di Civico Museo
e Archivio del Risorgimento nazionale di Bergamo, viene inaugurato
nella sede dell’Ateneo, in Città alta. La sistemazione museale esplicita la tesi del
conservatore, Ciro Caversazzi, per il quale il conflitto mondiale
in atto rappresenta l’ultima guerra risorgimentale, sottolineando
il diritto naturale dell’Italia all’unificazione. Dopo il lungo periodo
di chiusura durante la seconda guerra mondiale e la ricostruzione,
il museo viene riaperto nel 1959 con l’aggiunta di una sezione
dedicata alla Resistenza. Segue un periodo di
crisi negli anni ’70 perchè il museo cade lentamente nell’oblio.
Nel 2004 la nuova
sezione dedicata all’800 del Museo storico di Bergamo è stata
inaugurata nell’edificio restaurato della Rocca.
Il percorso espositivo ricostruisce la storia di Bergamo
dal 1797 al 1870 sotto il profilo dei mutamenti sociali, economici,
politici e culturali in città e provincia.
Il visitatore può conoscere temi e avvenimenti attraverso
touch screen e proiezioni: lo sviluppo dell’industria serica,
Ogni sezione è introdotta
da una macchina del tempo che indica i principali avvenimenti
del periodo esaminato su scala locale, nazionale e internazionale,
anno per anno. L’itinerario parte
dall’albero della libertà, innalzato in piazza Vecchia nel
1797 durante Si prosegue con lo
Sviluppo economico e restaurazione politica tratteggiati attraverso
la creazione di un’area tematica rivolta alla descrizione
della Fiera con stampe e carte che mostrano l’evoluzione del
centro cittadino. Due supporti multimediali consentono al
visitatore di navigare all’interno della città osservando
le immagini della Bergamo scomparsa; mentre grazie al Sistema
geografico informativo è possibile creare degli itinerari
di approfondimento. La sezione successiva
si sofferma sul 1848: restituiscono il clima del periodo armi,
divise e quadri. Innovativo rispetto
al precedente Museo è l’approfondimento sul ruolo del clero,
con l’esposizione di pezzi provenienti dal Seminario e dalla
Curia. La sezione Garibaldi
i Mille e Bergamo è incentrata sulla ricostruzione del teatrino
dei Filodrammatici dove avvenne l’arruolamento, mentre la
postazione multimediale permette di entrare nella storia e
di riviverne l’atmosfera attraverso i numerosi cimeli garibaldini
raccolti nell’area. Una postazione multimediale
ripropone la rivoluzione industriale e fornisce informazioni
sulle ditte del periodo. L’area si chiude con
una ricostruzione di Porta Nuova che segna idealmente il passaggio
a un nuovo periodo politico e economico con la discesa in
città bassa dei centri del potere di Bergamo. Dai propilei si esce
dal Museo e il rimando immediato è alla successiva sezione
del Museo storico, che sarà allestita nell’ex convento di
San Francesco, dedicata ai decenni successivi al 1870. MUSEO DI SCIENZE NATURALI Il Museo Civico di
Scienze Naturali, intitolato al suo primo direttore Enrico
Caffi nasce nel 1918 da nuclei di collezioni geologiche, botaniche,
zoologiche ed etnografiche provenienti da donazioni di privati.
A conclusione di vari trasferimenti, nel 1960, trova
definitiva collocazione nello stabile di piazza Cittadella
in Città Alta . Nel corso degli anni il Museo ha organizzato
ed ampliato i propri spazi e le proprie raccolte per incrementare
il settore espositivo e sviluppare una più intensa attività
didattica e di ricerca. Nell’ampio salone
seguente ha inizio l’esposizione dei vertebrati ordinati sistematicamente.
Le vetrine dedicate ai pesci contengono esemplari rappresentativi
dei principali gruppi, tra cui spiccano i calchi di selaci
e la copia, a dimensioni reali, della latimeria, pesce noto
solo con forme fossili e ritenuto estinto ma pescato nel 1938
al largo delle coste sudafricane. Seguono le vetrine degli
anfibi con alcuni esemplari naturalizzati. Da segnalare un notevole
esemplare, per dimensioni e preparazione, di coccodrillo del
Nilo. La parte espositiva
dedicata agli uccelli ospita gran parte delle specie nidificanti
in Europa oltre ad alcune di altri continenti. Tra i numerosi
esemplari esposti: struzzo, emù, casoario e pinguino , l’avvoltoio
degli agnelli ed il grifone. Nelle sale dedicate
ai vertebrati sono presenti alcune vetrine tattili in modo
da permettere la manipolazione degli oggetti esposti ed alcuni
microscopi messi a disposizione dei visitatori. Usciti dalla sala
dei mammiferi sono illustrati schematicamente i processi di
fossilizzazione che servono da introduzione a tutte le sale
seguenti ove sono esposti reperti del settore paleontologico. Si accede quindi alla
sala dell’allosauro, dominata dalla riproduzione dello scheletro
di questo gigantesco dinosauro carnivoro del Giurassico. Si
trattava di un temibile predatore che poteva raggiungere i
Uno spazio di questa
sala è dedicato all’iniziativa “disegna il tuo museo” dove
sia i bambini che gli adulti hanno a disposizione mezzi di
approfondimento del mondo naturalistico. Alla fauna del periodo
Norico, durante il quale il territorio bergamasco era coperto
dalle acque di mari caldi e poco profondi dove spuntavano
numerose isole coperte di folta vegetazione, è dedicata la
sala “Bergamo…220 milioni di anni fa”. Al piano superiore,
la sala del “Carsismo” presenta un fenomeno geomorfologico
particolarmente diffuso nel territorio bergamasco; è dovuto
all’aggressività delle acque che sciolgono la roccia carbonatica
producendo caratteristiche forme superficiali (campi solcati,
doline, valli carsiche, ecc.) e sotterranee (grotte, pozzi,
stalattiti, stalagmiti). La parte conclusiva della sala è
dedicata alle forme di vita adatte all’ambiente sotterraneo
e all’utilizzazione delle grotte e cavità da parte dell’uomo. Una successiva sala
è dedicata alla “Mineralogia Sistematica” e alla “Petrografia”;
dopo una introduzione sui criteri di classificazione di minerali
e rocce, viene dato rilievo ai principali giacimenti mineralogici
presenti sul territorio orobico ed alle attività minerarie
ed estrattive che hanno inciso sullo sviluppo dell’economia
locale soprattutto in area montana. Nel 1998, nell’ala
est della Cittadella, è stata aperta la mostra “Leggi di natura.
L’Arca del Una particolare sezione
è dedicata ai parchi naturalistici e alle più importanti associazioni
ambientaliste. Nell’ala sud della
Cittadella è presente l’esposizione dedicata alla culture
extraeuropee. La nuova sezione etnografica permette al pubblico
di fruire di importanti collezioni frutto di donazioni fatte
al museo e da tempo custodite nelle sue raccolte di studio.
Sono esposti manufatti ed oggetti attribuibili a culture
tradizionali del continente africano ed americano che permettono
al visitatore di uscire dai propri confini e compiere viaggi
virtuali in terre lontane sia nello spazio che nel tempo. Di particolare interesse gli oggetti appartenuti
a Costantino Beltrami, scopritore delle sorgenti del Mississippi,
a cui va il merito di avere raccolto importantissimo materiale
rituale delle popolazioni amerindie. ORTO BOTANICO
Nel 1993 l’Orto è
diventato parte integrante del Museo stesso. Una volta entrati
si è immersi in un vasto paesaggio che spazia sui tetti e
sui monumenti di Città Alta, sulle colline fino alla Val Calepio,
sulle prime propaggini delle Prealpi Bergamasche, con il Canto
Alto che s’impone come primo contrafforte oltre il solco urbanizzato
dei quartieri a nord della città. L’itinerario di visita
si snoda lungo un vialetto principale che costituisce l’asse
dell’Orto. All’inizio si incontrano prevalentemente piante
esotiche, poi ci sono le collezioni di specie spontanee, verso
la fine sono presentate quelle che caratterizzano il territorio
floristico lombardo. Ma questo museo svolge
anche alcune attività come lo scambio di semi: l’Orto Botanico
di Bergamo svolge attività di conservazione e scambio con
gli altri Orti Botanici di semi, frutti e spore provenienti
dall’Orto stesso o raccolti in natura. È questa una convenzione
internazionale che garantisce un servizio gratuito di notevole
importanza. Inoltre presso gli
uffici ed i laboratori dell’Orto Botanico, al Passaggio Torre
di Adalberto 2 , è possibile prenotare la consultazione dell’Erbario
Generale. LE FUNICOLARI
Dopo oltre un secolo,
nell’assalto quotidiano delle auto, la funicolare è il mezzo
più moderno e più rispettoso dell'ambiente con cui spostarsi
tra le due città: quella fondata sul colle oltre duemila anni
fa, e quella moderna, che dal secolo scorso ha incominciato
ad espandersi al piano, fino a prendere il sopravvento sul
nucleo più antico. La seconda funicolare
collega Città Alta al colle di San Vigilio e venne concepita
mentre si lavorava alla costruzione della prima. Fu ancora
l'ing. Ferretti a promuovere l'iniziativa, ma la realizzazionefu
molto travagliata. L'impianto venne portato a termine nel
1912. L’obiettivo era di
sviluppare col nuovo impianto l'edilizia sul colle di San
Vigilio, per dar vita ad un quartiere-giardino, da destinare
alla residenza dei cittadini e come località di villeggiatura.
Dopo una interruzione dovuta alla vetustà delle strutture,
la funicolare tra il 1987 e il 1991 è stata radicalmente rinnovata.
Salvo qualche villa,
il colle non fu modificato di molto e la funicolare finì con
l'essere utilizzata prevalentemente da visitatori e turisti.
Il più illustre dei quali fu, nel 1913, Hermann Hesse, futuro
premio Nobel per la letteratura. Poi tutto funzionò
regolarmente. Caratteristiche Due carrozze di 50
posti ciascuna. La funicolare di San
Vigilio entrò in funzione il 27 agosto 1912. Caratteristiche Attualmente entrambe
le linee sono gestite da Atb e sono in servizio con i seguenti
orari: funicolare per Città
Alta, dalle ore 7,00 alle ore 0,30 funicolare per S.
Vigilio, dalle ore 10,00 alle ore 20,00 (sabato 23,20) SAN VIGILIO. La funicolare di San
Vigilio offre l'opportunità di conoscere una zona di Bergamo
di solito non compresa negli itinerari turistici ed anche
poco frequentata, salvo che nella bella stagione e nei giorni
festivi.
Un paio di accoglienti
bar e due ristoranti offrono, nei pressi della stazione della
funicolare, occasioni di sosta e di ristoro.
La funicolare di San
Vigilio è il punto di partenza per quiete passeggiate che
possono concentrarsi sul colle e nelle sue adiacenze, oppure
ci si può spingere alla ricerca di nuovi scorci panoramici
e nuovi ambienti lungo l'ondulazione che si dispiega alle
spalle di Bergamo con andamento Est-Ovest Dalla funicolare per
via Castello si raggiunge il piazzale alla base della fortezza
(visita).
Dalla funicolare per
via San Vigilio fino al largo del Pozzo. Si utilizza la prima
parte dell'itinerario 2 per imboccare la via del Rione (viottolo
che scorre tra antiche coltivazioni, in parte abbandonate)
fino alla chiesetta di San Sebastiano (notevole punto panoramico);
rientrare poi a San Vigilio utilizzando la via San Sebastiano.
Dalla chiesa di San
Vigilio si snoda la via dello Scorlazzone che si trasforma
in una ripida scalinata (una delle più caratteristiche dei
colli) fino a via Sudorno. Da qui è facile rientrare a Città
Alta a piedi lungo un percorso piano che si snoda fino a Porta
S. Alessandro. Castello San Vigilio Le origini fanno partire
la storia del castello al VI secolo d. C. Il rinnovamento e
l’ampliamento della fortificazione arrivano con i Visconti
nel XIV secolo e con i Veneziani nel secolo successivo: si
costruiscono quattro torrioni con cannoniera, collegati tra
loro da una cinta poligonale. Dopo la cacciata degli Spagnoli,
Venezia ne decide l’abbandono fino a quando, alla fine del
‘500, si dà inizio alla ristrutturazione. Qualche anno dopo
si costruisce una strada coperta che collega il castello alla
città fino al Forte S. Marco. Con l’arrivo dei Francesi
nel 1796 il castello ha ormai perso la sua funzione strategica:
è l’inizio dello smantellamento poi proseguito dagli Austriaci.
Nessuna traccia rimane della strada coperta, demolita nel
1797. Una visita al castello
– si può raggiungere con la funicolare che collega la città
alta con il colle di S. Vigilio - permette di vedere i camminamenti,
i torrioni d’angolo, le cisterne, gli alloggiamenti per i
soldati e la cinta poligonale. Nel 2004 sono terminati
i lavori di restauro. Informazioni pratiche: Colle S. Vigilio –
Bergamo Tel. 035/ 236284 - 399788
Fax Email: assecologia@comune.bg.it
Sito: www.comune.bg.it Aperto: 9-20 da aprile
a settembre; 10-18 marzo e ottobre; 10-16 da novembre a febbraio
In Città Alta una
delle manifestazioni più particolari è sicuramente il SOAP BOX RALLY, lapiù antica e pazza Corsa delle Macchine di Legno
del mondo. 24122 BERGAMO - VIA
ZELASCO, 1 TEL. (+39) 035.237323
– FAX (+39) 035.224686 E-mail: teamitalia@teamitalia.com - http:// www.teamitalia.com Ed ora passiamo a
parlare di Bergamo Bassa. Gamec Il progetto di restauro
e di ampliamento della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea
ha consentito il recupero di oltre Di particolare interesse
il nucleo composto da 25 opere di Giacomo Manzù e La presenza di opere
di maestri della scena artistica internazionale (Hartung,
Kandinsky, Matta, Richter, Sutherland) sottolinea l’alto profilo
della raccolta e la sensibilità del collezionista. Informazioni pratiche: ORARI: martedì – domenica
9.30 – 13; 14.30 – 17.45 da aprile a settembre:
martedì – domenica:
10 – 13; 15 – 18.45 lunedì chiuso INGRESSO LIBERO GAMeC 24122 Bergamo tel. +39 035 399528
– fax +39 035 236962 www.gamec.it PINACOTECA DELL'ACCADEMIA CARRARA Il nucleo originario
è costituito dalla imponente raccolta, frutto di oltre un
quarantennio di collezionismo del Conte bergamasco che, ispirandosi
ad idee illuministe lasciò alla città la sua raccolta “per
pubblico beneficio” e con l’intento didattico di costituire
un repertorio di modelli per la attigua scuola di pittura
. al secondo piano l’allestimento
privilegia la godibilità dei singoli pezzi collocati sulle
pareti lungo una sola linea . In alcune sale sono
presenti, piccole sculture, o vetrine per la ostensione di
medaglie, placchette e dipinti di piccolo formato; alcuni
mobili completano l’arredo. www.accademiacarrara.bergamo.it Segreteria: tel. 035399640
Informazioni, biglietteria,
visite guidate, book shop: tel. 035399677 10.00 - 13.00 / 14.30
- 17.30, chiuso il lunedì. Chiusura: Natale,
Capodanno e Pasqua Ingresso a pagamento Intero, € 2,60; ridotto
€ 1,55 (per gruppi superiori alle 15 persone) . Ingresso gratuito Riservato a persone
di età inferiore ai 18 anni e superiore ai 60, e a tutto il
pubblico la domenica. Propilei di Porta Nuova La nuova porta della
città viene aperta nelle Muraine, le mura daziarie medioevali,
la cui demolizione è ultimata nella notte di capodanno del
1900. Teatro Donizetti
Il teatro ormai completato
venne inaugurato in pompa magna nel Il Teatro ha una facciata
intonacata preceduta da un piccolo portico, diversa dalla
facciata monumentale attuale, e l'interno, su disegno di Francesco
Lucchini . Nei del 1800 il Teatro
funzionava solamente in primavera ed estate, oltre che per
Dopo l' incendio del
1797 il Teatro fu ricostruito sotto la direzione del famoso
architetto Lucchini. Con la nascita della
seconda Repubblica Cisalpina le truppe francesi occuparono
Bergamo e nel Teatro Riccardi furono organizzati balletti
e spettacoli in loro onore. Il "Donizetti"
fu uno dei primi teatri ad ospitare un nuovo tipo di spettacolo,
il cinematografo. Ecco alcuni indirizzi
di ristoranti da noi personalmente provati:
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Borgo S.Lazzaro Via
S. Lazzaro, 8 Bergamo - Tel. 035.242452
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Ciccio Passami L'Olio
via S. Alessandro, 24/a Bergamo - Tel. 035.226813
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El Tropico Latino
Ristorante con cucina messicana Via Torquato Tasso, 77 Bergamo
- Tel. 035.225855
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Gare Du Nord Via Don
Luigi Palazzolo, 44/46 Bergamo - Tel. 035.270707
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Oktoberfest Stube
Via 4 Novembre, 65/67 Bergamo - Tel. 035.400008
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Roccolino Via Roccolino,
13 Bergamo - Tel. 035.242941
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Tijuana Via Muzio,
6/b Bergamo - Tel. 035.4243950 E, per concludere,
due curiosità su due personaggi tipici bergamaschi: Gioppino
ed Arlecchino. Gioppino La sua principale
caratteristica fisica sono tre grossi gozzi, da lui chiamati
le sue granate o coralli, che ostenta non come un difetto
fisico, ma come veri e propri gioielli.
La tradizione vuole che sia nato da Bortolo Söcalonga
e Maria Scatolera a Zanica dove vive con la moglie Margì e
il figlio: Bortolì. Il suo nome in bergamasco è Giopì de Sanga. Ha anche due fratelli
Giacomì e il piccolo Pisa 'n braga e i nonni Bernardo e Bernarda.
Di modi e linguaggio
rozzissimi, di buon cuore, porta sempre con sé un bastone
che non disdegna di usare per far intendere la ragione, sempre
comunque a vantaggio dei piccoli e degli oppressi. Amante del vino e
del buon cibo, ricerca quando può la compagnia di altre donne
benché si dichiari innamoratissimo della Margì. Gioppino incarna il
sempliciotto rozzo ma di buon cuore, pronto a difendere i
deboli. «E me so Giopì de
Sanga con trei patate en
banda e töc i me domanda de che paes so me E me ghe dò risposta con voce sopraffina se g'o la ptatina l'è töta roba mè» (Elbaginelli, Ghidoli,
Bergamo e il suo territorio, 1977) Gioppino oltre che
essere una maschera è anche un burattino ed è protagonista
di moltissime commedie per il teatro dei burattini. Uno degli ultimi grandi
burattinai è stato il Bigio di San Pellegrino Terme, ossia
Luigi Milesi, che alternava la sua attività principale di
pasticciere e albergatore a quella di burattinaio per passione,
con spettacoli che teneva nella piazzetta adiacente ai propri
locali per il godimento di grandi e piccini. Sfortunatamente i
suoi burattini oggi hanno perso la voce e fanno soltanto bella
mostra di sé in una bacheca vetrata, pronti a raccontare nuovamente
le proprie storie solo che qualcuno li aiuti, ma ... tant'è.
Il Giopì è anche un
giornale, organo ufficiale del Ducato di piazza Pontida. Per fare un vestito
ad arlecchino ci mise una toppa
Meneghino, ne mise un'altra Pulcinella, una Gianduia, una
Brighella. Pantalone, vecchio
pidocchio, ci mise uno strappo
sul ginocchi, e Stenterello, largo
di mano qualche macchia di
vino toscano. Colombina che lo cucì fece un vestito stretto
così. Arlecchino lo mise
lo stesso ma ci stava un tantino
perplesso. Disse allora Balanzone,
bolognese dottorone: 'Ti assicuro e te
lo giuro che ti andrà bene
li mese venturo se osserverai la mia
ricetta: un giorno digiuno
e l'altro bolletta.
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