Toscana 2006

 

15 aprile
In occasione delle festività pasquali abbiamo deciso di seguire alla lettera il proverbio che recita “ Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi ” e abbiamo trascorso tre giorni in Toscana nel cuore della Val D’Orcia.
Trovare un posto libero è stato piuttosto complicato vista la grande presenza di turisti ed i prezzi a volte non proprio accessibili. Dopo diverse ricerche in internet e numerose mail finalmente abbiamo trovato l'agriturismo Podere San Lorenzo a Buonconvento.
L'agriturismo San Lorenzo si trova a Serravalle, una località del comune che dista circa un chilometeo dal centro cittadino. Arrivati alla frazione si sale per una strada sterrata per qualche chilometro sino ad arrivare alla collina su cui sorge l'agriturismo. Infatti, il Podere San Lorenzo sorge su un bellissimo poggio circondato dalle splendide colline delle crete senesi.
Si tratta di un vecchio casale del '700 ora ristrutturato è gestito direttamente dai proprietari. Dal casale ora interamente ristrutturato sono stati ricavati 10 appartamenti totalmente autonomi e ben attrezzati di dimensioni variabili.
Ciascun appartamento è dotato di servizi propri, stanze ampie e pulite ed una cucina ben attrezzata.
L'agriturismo è luogo ideale per una vacanza all'insegna del relax e della natura, ma, anche, un ottimo punto di partenza per la scoperta delle zone circostanti come Montalcino, Siena, Montepulciano etc.
Nell'agriturismo è possibile avere solo il servizio di pernottamento, ma dietro prenotazione è possibile fermarsi a degustare una buona cena a base di piatti tipicamente toscani preparati dalla proprietaria. Noi non abbiamo usufruito di tale servizio ma abbiamo preferito cenare fuori.
Per quanto riguarda il costo, il nostro soggiorno nel periodo pasquale è costato 75 euro a notte in un appartamento per 4 persone.
In previsione di un intenso traffico decidiamo di partire piuttosto presto. Come sempre pausa in autogrill per pieno di gasolio e colazione.
Prima meta della nostra giornata è l’Abbazia di San Galgano. Lasciamo la nostra auto a pochi passi dalla splendida abbazia e restiamo molto sorpresi. Di fronte a noi si erge una meravigliosa chiesa cistercense senza tetto. Infatti la caratteristica particolare di San Galgano sta proprio nell'abbazia che non ha tetto ed ha un prato per pavimento. I monaci cistercensi già insediati a Montesiepi nel 1218 decisero di iniziare a costruire nella pianura sottostante una abbazia incoraggiati dal vescovo di Volterra. Tutto il complesso era basato su uno stile di transizione tra il romanico e l’ogivale tipico dei monaci cistercensi modificato e ingentilito dal tipico gusto dell'arte senese. La facciata della chiesa aveva tre porte e quattro colonne a reggere il portico e un architrave, ben conservato, con un fregio in rilievo mentre gli archi delle porte sono rotondi.
Nell'interno la chiesa è a croce latina a tre navate, è lunga 71 m. e larga 21, suddivisa da16 pilastri cruciformi, con il transetto a tre navate, l'abside è di forma quadrata con un grande rosone, i capitelli sono più di un centinaio, di forme diverse e riproducono motivi ornamentali di gusto romanico.
Ma è proprio la mancanza del tetto a dare a questa costruzione religiosa una fascino veramente particolare, unico, che ne fa uno dei più suggestivi monumenti religiosi non solo della Toscana ma del mondo intero di cui solo visitandolo ci se ne può rendere conto. Gli altri edifici accanto all'abbazia sono il chiostro, o meglio quel poco che ne rimane, ma che basta a farsi un'idea di come dovesse essere magnifico, la sala capitolare e lo Scriptorium. Poco più in alto si erge l’ eremo di Montesiepi che racchiude "la spada nella roccia", cioè la spada che San Galgano infisse in una roccia quando lasciò la sua vita dissoluta di signore per farsi eremita sulla collina di Montesiepi. Visse in solitudine eremitica tutto il resto della sua vita che terminò a 33 anni. Nel 1885, quattro anni dopo la morte, il papa lo proclamò santo e il vescovo di Volterra ordinò che fosse sepolto accanto a Montesiepi e che vi fosse costruita una cappella.
La particolarità maggiore di questa costruzione è la Rotonda di San Galgano caratterizzata dalla forma circolare con base in pietra fino a 4 metri e poi con la pietra che si alterna a file di mattoni creando una vivace alternanza. All'interno la cupola è costruita con l'antico sistema degli anelli concentrici, usato dagli etruschi nelle loro tombe,non ha nervature o costoloni e gli anelli concentrici sono bianchi e rossi come all'esterno. Al centro campeggia la famosa "spada nella roccia".
Terminata la visita riprendiamo la strada verso Buonconvento per raggiungere il nostro agriturismo.
Lasciati i bagagli ripartiamo alla volta di Buonconvento, piccolo borgo inserito nel circuito dei Borghi più belli d’Italia. Il borgo di Buonconvento conserva ancora la cinta muraria trecentesca che un tempo racchiudeva il borgo al quale si può accedere grazie a due porte.
Nell'interno il borgo è attraversato da nord a sud da via Soccini, in ricordo dell'antica famiglia che contava tra i suoi membri un paio di eretici, contestatori nel XVI secolo di alcune dottrine della Chiesa e su di essa si affacciano alcuni sontuosi palazzi. Nel borgo antico vi sono altre due vie importanti, una dalla parte di levante chiamata via del Sole e l'altra sul lato di ponente detta via Oscura, entrambe comunicanti con via Soccini e come questa pavimentate con lastre di pietra. Il borgo non è nulla di particolare ma noi ne abbiamo approfittato anche per un veloce pranzo presso il classico Bar Sport.
Meta del pomeriggio è il famosissimo borgo di Montalcino che domina tutta la campagna circostante, arroccato su un colle sul quale campeggia la possente Fortezza trecentesca. Meritano di essere visitati il bel Palazzo Comunale, il Palazzo Vescovile che ospita i musei di Montalcino (il diocesano, il civico e l'archeologico), ma l’attrazione sicuramente più nota è il famosissimo Brunello di Montalcino, nota in ogni parte del mondo.
Passiamo alcune ore girovagando fra i vicoli della cittadina ammirando anche i diversi negozi di artigianato e gastronomia. La visita alla cittadina prosegue all’Abbazia di Sant’Antimo, bellissima abazia cistercense immersa in una campagna ricca di ulivi. Purtroppo rispetto alla nostra precedente visita l’esterno dell’abbazia è in fase di ristrutturazione ed è quindi impossibile scattare fotografie per mettere in risalto la sua bellezza.
Terminata la visita di Sant’Antimo, decidiamo di ritornare verso il nostro agriturismo per una pausa ristoratrice.
Per la cena decidiamo di tornare a Buonconvento presso l’Osteria Da Duccio dove con circa 30 euro assaggiamo ottimi piatti della cucina toscana. Terminata la cena riprendiamo la nostra auto e andiamo verso Montalcino, distante solo pochi chilometri. La cittadina appare però piuttosto desolata tanto che dopo una breve passeggiata e lo scatto di alcune fotografie decidiamo di ritornare in agriturismo.
16 aprile
E’ il giorno di Pasqua e, nonostante le previsioni meteorologiche on troppo belle, la giornata si presenta discreta e resterà tale per tutto il giorno.
Prima meta della nostra giornata è un altro bellissimo borgo toscano, San Quirico. San Quirico è un esempio fra i più notevoli di struttura urbanistica medievale e conserva, nelle presenze architettoniche, numerosi segni della antica importanza. Attualmente San Quirico conserva buona parte della cinta muraria, mancante solamente della porzione nordorientale e di un tratto a sud. Sono in parte visibili ancora ben 14 torrette, alcune delle quali incorporate in altre strutture. Sono diversi i punti di interesse della cittadina. Per prima merita una visita la Collegiata costruita sull'antica Pieve di cui si ha notizia fin dall'VIII secolo. In centro al borgo sorgono gli Horti Leonini realizzati intorno al 1580 da Diomede Leoni. L'immenso giardino, cui si accede dall'ingresso situato fra le mura castellane e la piazza principale del paese, si apre in una larga fuga prospettica che le aiuole di bosso, perfettamente geometriche, contribuiscono ad esaltare. Fanno da fondale alla scenografia, i folti lecci secolari, nella cui ombra cupa ci si immerge attraverso la scala di travertino che li fende. Lasciato il bosco, si raggiunge il piazzale verde su cui svettava l'antica torre medioevale, simbolo del castello, distrutta nell'ultima guerra. Passeggiare per gli stretti vicoli è molto bello ed è sempre lo spunto per qualche bella fotografia.
Lasciata San Quirico ci dirigiamo verso la cittadina di Montepulciano per assitere alla messa pasquale e per il pranzo.
Montepulciano è costruita lungo una stretta cresta di calcare ad un'altezza dal livello del mare di 605 metri. Il paese è circondato da una cinta muraria e da fortificazioni progettate da Antonio da Sangallo il Vecchio nel 1500 per ordine di Cosimo I. Montepulciano è conosciuto principalmente per l'imponenza dei suoi palazzi rinascimentali, per l'elegante bellezza delle sue chiese e per il Vino Nobile, uno dei vini toscani più apprezzati a livello internazionale. Il centro urbano si sviluppa lungo un corso che sale lungo la collina raggiungendo la piazza centrale, Piazza Grande, che si trova alla sua sommità. Sulla piazza si affacciano due dei più bei palazzi cittadini: il Palazzo Comunale ed il Duomo. Il palazzo comunale è una più piccola versione del Palazzo Vecchio con la torre aggiunta nel XV secolo da Michelozzo. È possibile entrare nel palazzao visitarne alcune delle sale principali e al prezzo di 1,40 euro salire sul tetto del palazzo per ammirare uno splendido panorama che spazia sino al Lago Trasimeno.
Di fronte si erge il Duomo edificato tra il 1592 e il 1630 da Ippolito Scalsa. La facciata è incompiuta e priva del rivestimento marmoreo; l'interno è classico nelle proporzioni ed è studiato per accogliere un antico trittico di scuola senese "L'Assunzione della Vergine" dipinto da Taddeo di Bartolo nel 1401 posto sopra l'altare centrale. Ai lati due belle sculture di Michelozzo che originariamente facevano parte del Sepolcro Aragazzi.
Merita una visita anche la Chiesa di San Biagio un bel tempio che si trova sotto la cinta muraria in direzione sud ed è costruita in travertino di colore bianco perlato. Anche questa è un'opera di Antonio da Sangallo.
Per il pranzo pasquale abbiamo scelto il ristorante Il Pulcino, sulla strada per Chianciano. Ci eravamo già stati diversi anni fa e ci eravamo trovati molto bene. Abbiamo optato per la classica fiorentina, specialità del ristorante, e per i cantucci con il Vin Santo. Il pranzo era veramente buono, ma il prezzo finale abbastanza “salato” circa 100 euro in due.
Lasciamo poi Montepulciano per dirigerci verso Pienza, cittadina considerata una perla rinascimentale. Pienza è un esempio raro di urbanistica rinascimentale portata a compimento. Definita di volta in volta la 'città ideale', la 'città utopia', essa rappresenta oggi una delle modalità costruttive attraverso le quali in età rinascimentale si cercò di realizzare un modello di vita e di governo 'ideale' sulla terra. Era "l'utopia della civitas" inseguita dagli uomini dell'antichità. Pienza ha attualmente due musei e un terzo sta per nascere. La sua collocazione al centro della Val d'Orcia, una valle bellissima e intatta dal punto di vista paesaggistico, rende la cittadina in grado di documentare l'interesse fondamentale che l'architettura umanistica pose nel rapporto uomo-natura. Il centro di Pienza fu completamente trasformato dal Papa Pio II nel Rinascimento. Egli progettò di trasformare il suo borgo natale in una città ideale del Rinascimento. L'architetto Rossellino ebbe l'incarico di costruire un Duomo, un palazzo papale e un palazzo comunale ora al centro della cittadina.
Il Duomo fu costruito dall'architetto Rossellino e ha oggi problemi di stabilità nella parte absidale. Ci sono delle crepe nei muri e nel pavimento di una navata, ma le splendide proporzioni classiche sono rimaste intatte. E' inondato dalla luce proveniente dalle grandi finestre a vetrata volute esplicitamente da Pio II, il quale desiderava una domus vitrea, che simboleggiasse lo spirito della luminosità intellettuale dell' età Umanistica
Di fronte si innalza Palazzo Piccolomini, dimora dei discendenti di Pio II fino al 1968. Il progetto è del Rossellino che fu influenzato dal palazzo Rucellai di Leon Battista Alberti sito in Firenze. Gli appartamenti aperti al pubblico includono la camera e la libreria di Pio II. All' interno del palazzo troviamo un cortile ornato di colonne che immette in una loggia che si affaccia sul giardino all'italiana da cui si ha una vista spettacolare della Val d'Orcia e delle pendici boscose del Monte Amiata.
Merita sicuramente una passeggiata anche la strada che porta alla vicina pieve che permette di ammirare lo splendido panorama della Val d’Orcia, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.
Una visita alla cittadina di Pienza non può non terminare con l’acquisto del prodotto tipico della città, il Pecorino prodotto e venduto in molteplici varietà.
La nostra visita prosegue a Bagno Vignoni piccolo borgo che si trova ad una decina di chilometri dalla cittadina di Pienza ed è un borgo già noto dall'antichità.
Infatti, già in passato la cittadina era molto nota grazie alle proprietà benefiche delle sue acque termali tanto che vi soggiornarono personaggi famosi come Papa Pio II, Lorenzo il Magnifico e molti altri ancora. Particolarità di questa cittadina è sicuramente la piazza che penso sia unica in Italia, ma forse anche al mondo. Infatti, al posto di una classica piazza si trova una grande vasca del 1500 contenente acqua termale ad una temperatura di 52°C (ovviamente con divieto di balneazione).
Tutto attorno alla piazza sorgono edifici in cui è possibile trovare bar, ristoranti e negozi di souvenir. Essendo una cittadina termale Bagno Vignoni ha un proprio centro termale in cui è possibile godere dei benifici di queste acque bicarbonato-solfato-alcalino-terrose ipertermali indicate per la cura di patologie artroreumatiche e nevralgiche ed otorinolaringoiatriche e ginecologiche.
Tornati in camera per un po’ di relax decidiamo di passare la serata nella città di Siena distante una trentina di chilometri. Guidati dal nostro navigatore arriviamo vicino all’ingresso delle mura e in pochi minuti arriviamo nel centro cittadino, Il Campo. Cerchiamo un posto per la cena e, fra i tanti, optiamo per una trattoria di cui non ricordo il nome , ma, comunque, niente di particolare soprattutto per la scarsa cortesia del gestore.
Terminata la cena passeggiamo per le vie del centro scattando alcune fotografie notturne veramente molto belle. Verso le undici e trenta riprendiamo la strada del ritorno.
17 aprile
E’ il nostro ultimo giorno in Toscana che segna anche la fine di questo ponte di primavera. Dopo aver saldato il nostro conto lasciamo l’agriturismo per dirigerci verso la cittadina di Lucca. Per la colazione facciamo tappa alla Pasticceria Nannini nella zona industriale di Siena dove gustiamo un ottimo marocchino ed una brioshe.
Dopo un paio di ore, causa traffico intenso, arriviamo finalmente a Lucca. Lasciamo l’auto in prossimità delle mura cittadine ed antriamo in città tramite una delle porte medioevali.
Nata come insediamento ligure e sviluppatasi come città romana dal 180 a.c., nel VI secolo, Lucca divenne la capitale del ducato longobardo della Tuscia per poi svilupparsi nel XII secolo come Comune e poi Repubblica. Nonostante le continue lotte tra Guelfi e Ghibellini e le guerre con Pisa e Firenze, conobbe una notevole fama in Europa grazie ai suoi banchieri ed al commercio di tessuti. A parte brevi periodi nei quali cadde sotto il governo di potenze straniere Lucca rimase una repubblica indipendente fino al 1805 quando venne assegnata alla sorella di Napoleone.
Il centro storico di Lucca offre molti tesori da visitare, tra questi sicuramente da non perdere: le Mura di cinta, la Piazza dell'Anfiteatro, Il Duomo con il suo Museo e molti altri edifici religiosi.
Tutta la città è circondata da una splendida cinra muraria che ha resistito intatte un po' per la loro solidità un po' per la costante cura dedicata loro dai lucchesi, conservando ed isolando la città nel suo perimetro.
Quattro sono le cinta murarie che si sono susseguite nel tempo: la prima risale al tempo dei romani ed era a forma quadrangolare con quattro porte di accesso; la seconda è di origine medioevale, costruita tra il XII e il XIII sec. in seguito all'ampliamento verso nord-est della città e anche questa cinta prevedeva quattro porte.
La terza cinta è datata al XVI sec., realizzata con torrioni che racchiudevano un'ulteriore fetta di territorio. La quarta cerchia, la piu' maestosa richiese oltre 1 secolo di lavori, basti pensare alla sua estensione, 4200 metri. Vennero costruiti baluardi, cortine e fossato esterno per la cui realizzazione contribuirono anche i cittadini privati.
Spettacolari sono i locali sottorranei, caratterizzati da ampie volte di mattoni.
In realtà le Mura di Lucca non sono mai state impiegate in un contesto bellico, ma da sempre viste come luogo di passeggio.
Il Duomo o Cattedrale di San Martino ha origini antichissime, risalenti al VI secolo. Fu consacrata cattedrale nell’VIII secolo, mentre il Duomo fu fondato nel 1060 dal Vescovo Anselmo Da Baggio. Si presenta con una superba facciata marmorea del XIII secolo, con influenza pisane, traforata di loggette e ricca di colonnine multiforme. Il portale centrale è sormontato da un’architrave con in alto la raffigurazione della storia di San Martino e in basso i segni dello zodiaco ed il ciclo dei mesi. Sul portale destro si trova la storia di San Regolo, mentre su quello di sinistra l'Annunciazione, la Natività, l'Adorazione dei Magi e la Deposizione della Croce, di Nicola Pisano datata 1257. All’interno, nella navata di sinistra è possibile ammirare in un tempietto ottagonale del 1484, di Matteo Civitali, la statua lignea del Volto Santo, simbolo della fede per i Lucchesi.
Nella sacrestia si trova il monumento funebre di Ilaria Del Carretto, moglie di Paolo Guinigi, una statua, opera dello scultore Jacopo Della Quercia, eseguita all’inizio del 1400. Annesso al Duomo si trova il Museo della cattedrale ospitato in un complesso di origine medievale, collegato a una casatorre del 1200 e all'Oratorio di San Giuseppe del 1500. Al suo interno si trovano gli oggetti che hanno caratterizzato la storia religiosa di Lucca, provenienti dalla Cattedrale, dall'Opera di Santa Croce e dal Capitolo.
Il Museo segue un percorso cronologico, dalle più antiche testimonianze dell'arredo del Duomo, all’argenteria sacra del 1400, ai dipinti di epoca rinascimentale seguiti dagli arredi liturgici della cattedrale tra il 1500 ed il 1700, a sculture di artisti famosi. Il percorso si conclude con la visita agli ornamenti del Volto Santo.
La chiesa di San Frediano fu costruita nel VI secolo per volere del Vescovo omonimo. L'attuale costruzione ha tre navate, un grande presbiterio, e una serie di cappelle laterali. Nel XIII secolo la basílica venne innalzata con l’aggiunta del mosaico a fondo oro in facciata, forse la caratteristica che più colpisce dall’esterno. Il paramento è liscio in marmo bianco. All’interno le navate sono divise da colonne con capitelli gli uni diversi dagli altri, con soffitto a capriate.
Sull’altare maggiore e nel coro si trova un pavimento, datato XII-XIII secolo e attribuito ad artisti cosmateschi. Le molte cappelle ospitano pregevoli opere d’arte. Nella cappella Fatinelli è custodita la teca con il corpo di Santa Zita, molto venerata a Lucca, mentre sopra la porta della Cappella del Soccorso si trova una lunetta con un affresco della Madonna con Bambino tra San Riccardo e Santa Zita, del 1200 e in origine parte della decorazione della controfacciata.
La chiesa di San Michele in Foro si trova nell’omonima piazza, nell’area dove si incontravano le due vie principali della Lucca romana: il Cardo e il Decumano. La piazza fu ampliata nel periodo medievale e alla fine del 1400 fu lastricata di mattoni, per poi essere ripavimentata e rialzata due secoli dopo. La chiesa venne costruita nel XII secolo sulle rovine di un più antico edificio religioso dell’VIII secolo. In stile gotico con motivi romanici, la chiesa è asimmetrica nell'alzata delle navate laterali, con una facciata decorata da colonnine a motivi zoomorfi e fitomorfi che si ritrovano anche nell’abside. Sulla sommità, svetta la statua dell'Arcangelo Michele.
L'interno è caratterizzato da colonne romaniche con bei capitelli e da opere d’arte di vario genere come un bellissimo pulpito del 1700 a metà delle navate, un grande organo del 1804 in controfacciata, la scultura originale della Madonna con Bambino di Matteo Civitali, l'altare dedicato a Santa Lucia in terracotta colorata del 1500 che rappresenta una Madonna con Bambino di Andrea Della Robbia della fine del XV secolo.
La chiesa di San Giovanni fu la prima cattedrale di Lucca, sorge vicino al duomo di San Martino dove nell’antichità si innalzava un tempio pagano. Nella chiesa sono stati ritrovati anche precedenti edifici di culto cristiano. La basilica fu accorciata in seguito ad una demolizione.
L'attuale chiesa fu riedificata nel XII secolo con forti influssi longobardi. La facciata è caratterizzata da un portale romanico sormontato da un architrave raffigurante la Madonna tra Angeli ed Apostoli della fine del XII secolo. Sul transetto destro si trova una vetrata che rappresenta la decapitazione di San Giovanni. La volta dell'abside ospita affreschi di Paolo Guidotti. La parte sottostante la chiesa è un itinerario archeologico che spiega le le origini dell'edificio.
La visita alla città termina con una bellissima passeggiata su un tratto di mura che ci permette di ammirare bellissimi scorci del panorama cittadino.
Nel tardo pomeriggio riprendiamo la strada di casa nonostante l’intenso traffico dovuto al rientro dalle vacanze per le festività.