GIAPPONE
Settembre 2008
Finalmente arriva il momento di scegliere la destinazione
per il “ viaggione “ , il
nostro viaggio di settembre che in genere ci porta alla
scelta di destinazioni
piuttosto importanti.
Le idee sono tante ma già a febbraio inizia a balenarci
l’idea di una meta molto
insolita e, possibilmente, in un nuovo continente come
l’Asia. Alla fine, complici
anche le informazioni reperite alla BIT , scegliamo il
Giappone, meta piuttosto
insolita e lontana dalle mete turistiche per gli italiani
in particolare.
Purtroppo a causa dei nostri impegni lavorativi non possiamo
muoverci con molto
anticipo e non possiamo iniziare la programmazione del
viaggio fino al mese di
aprile anche se , nel frattempo, continuiamo a reperire
tutte le informazioni
possibili.
E così dalla meta di aprile, appena avuta la conferma
delle ferie, inizia il nostro
intenso lavoro alla ricerca di tutto ciò che ci
può servire per organizzare questo
viaggio.
Prima della partenza
Per prima cosa è bene sfatare il mito che il Giappone
sia una meta esageratamente
cara; complice l’avvento dell’euro ora anche
questa meta è più abbordabile
ovviamente affidandosi al “ fai da te”.
La cosa più importante è muoversi per tempo
ed organizzarsi bene prima della
partenza viste le difficoltà linguistiche a meno
di non parlare il giapponese,
ovviamente.
Per la ricerca del volo è utile affidarsi alle
principali agenzie online e, muovendosi
con buon anticipo, è possibile trovare buone offerte
sia per voli diretti dall’Italia che
in caso di scali nelle città europee.
Come comportarsi per gli hotel è una scelta molto
personale in quanto il Giappone
offre sistemazioni di diverso tipo dai business hotel
alle eleganti catene
internazionali fino ai tradizionali ryokan dove consiglio
di trascorrere almeno
una notte per dormire sui futon. Per le prenotazioni si
può scegliere di effettuarle
direttamente dall’Italia oppure appena arrivati
a destinazione approfittare degli
efficientissimi Uffici Turistici. Noi abbiamo optato per
la prima opzione per le
difficoltà linguistiche ed abbiamo spulciato sia
nei siti delle diverse agenzie che in
quelli degli hotel stessi le offerte migliori valutando
posizione dell’hotel e giudizi
dei viaggiatori.
È stato un lavoro piuttosto intenso ma alla fine
ne è valsa veramente la pena
perché le scelte sono state azzeccatissime.
Il sistema migliore per muoversi al di fuori delle città
è il treno che permette
spostamenti veloci e non particolarmente difficoltosi.
Il servizio ferroviario è
garantito dalla JR, le ferrovie giapponesi, che utilizzano
treni ad alta velocità come
gli Shinkansen od il velocissimo Nozomi. Per il turista
la scelta migliore è
sicuramente il Japan Rail Pass , un pass acquistabile
esclusivamente al’estero che
permette di muoversi liberamente su tutta la rete ferroviaria
gestita dalla JR. In
Italia il Pass è acquistabile in alcune agenzie
specializzate per i viaggi in
Giappone che rilasciano dei voucher nominali che, una
volta arrivati a
destinazione, devono essere cambiati negli uffici JR che
si trovano sia in aeroporto
che nelle stazioni.
Nel nostro caso noi ci siamo affidati ad HIS Italia, agenzia
specializzata in
viaggi in Giappone con tre sedi in Italia. http://giappone.hisitaly.com/
. Esistono
diverse tipologie di pass a seconda del numero dei giorni
di validità e della classe
economica ma comunque tutte le informazioni si possono
reperire sul sito delle
agenzie addette alla vendita.
Utilizzare il treno è piuttosto semplice anche
perché in tutte le stazioni le
indicazioni sono bilingue e sulle banchine dei binari
si trovano addetti pronti a
dare informazioni.
Altra cosa davvero utile prima della partenza è
la programmazione degli
spostamenti in treno grazie al sito http://www.hyperdia.com
dove è possibile
trovare orari, costi e tratte di ciascun trasferimento.
È un servizio davvero
utilissimo e consiglio di stampare le diverse tratte perché
davvero utili anche
durante il viaggio.
Terminate tutte le prenotazioni continua il nostro lavoro
di reperimento di
informazioni che però non sono mai moltissime visto
che la meta non è molto
diffusa.
Infine, essendo il Giappone una nazione extraeuropea,
preferiamo stipulare anche
una assicurazione sanitaria. Come sempre scegliamo Viaggi
Sicuri
http://www.viaggiaresicuri.it già collaudata nelle
vacanze degli anni scorsi e
optiamo per la polizza argento senza franchigia per un
totale di 110 euro in due.
E fra una cosa e l’altra arriva finalmente il giorno
della nostra partenza.
13 settembre
Volo aereo prenotato con Opodo Milano Mxp – Helsinki-
Tokyo Narita con Finnair
euro 1730,26
Dopo lunghi preparativi ed una intensa estate di impegni
lavorativi finalmente
arriva il giorno della partenza con non pochi timori soprattutto
da parte mia. Non
c’è una preoccupazione vera, ma tanti dubbi
dovuti al fatto di andare in un paese
completamente diverso rispetto a quelli a cui siamo abituati.
Ma oramai è fatta ………
Come sempre arriviamo a Malpensa con un buon margine di
tempo e lasciamo
l’auto al solito Mxp Parking http://www.mxpparking.com
davvero conveniente
rispetto a molti altri ( 55 euro per 17 gg). Già
al momento del check in siamo già
in clima giapponese visto che la maggior parte dei viaggiatori
del nostro volo è di
origine nipponica. Bevuto l’ultimo caffè
il nostro volo in direzione Helsinki parte
in perfetto orario . Restiamo davvero molto sorpresi da
Finnair, compagnia molto
seria e precisa con un ottimo servizio a bordo. Alle 15.00
tocchiamo il suolo
finlandese e trascorriamo le due ore di scalo girovagando
nell’aeroporto che in
alcuni punti richiama addirittura l’Ikea.
Alle 17.20 ci imbarchiamo sul nostro volo intercontinentale
che ci porterà a Tokyo;
siamo davvero fortunati e, grazie al checkin online, ci
siamo aggiudicati due posti
laterali da soli davvero molto comodi e spaziosi, per
me in particolare.
Il volo è abbastanza lungo e purtroppo non riusciamo
a riposare molto nonostante
il volo sia piuttosto tranquillo ….. vabbè
oggi va così .. speriamo solo di riuscire a
trascinarci per Tokyo per assorbire il fuso.
14 settembre
Colazione: in aereo
Pranzo: Mc Donald’s 1200 Yen
Cena: ristorante “ Vietnam Alice” Centro Commerciale
Lumine 3100 yen
Pernottamento: Hotel Sunroute Plaza Shinjuku 2-3-1 Yoyogi,
Shibuya-ku
Tokyo www.sunroute.jp/SunrouteTopHLE.html 82 euro
Alle 9.00 ore locali atterriamo in terra nipponica ed
inizia così la nostra
avventura.
Senza nessun problema passiamo la dogana giapponese con
tanto di fotografia e
rilevamento di impronte digitali e scendiamo al piano
inferiore del Narita Airport
per cambiare il voucher negli Uffici della JR.
Il primo treno disponibile per il centro di Tokyo è
alle 10.30 e in circa un’ora
raggiungiamo la stazione di Shinjuku passando per la campagna
giapponese
prima e per la periferia di Tokyo poi. Appena arrivati
a Shinjuku scopriamo subito
la grande gentilezza dei giapponesi subito pronti a venirci
in aiuto appena
sfoderata la nostra cartina. Un signore vedendo Giovanni
con la maglietta United
States ci chiede subito se siamo americani e poi si informa
sulla nostra
destinazione e ci accompagna sino all’uscita della
metro migliore secondo lui.
Peccato che sia una delle più lontane …..
In una decina di minuti arriviamo comunque al nostro hotel
dove purtroppo però la
nostra stanza è ancora pronta. In attesa della
stanza, ci vuole circa un’ora,
decidiamo di mangiare qualcosa. Siamo talmente stanchi
che decidiamo di non
sbatterci molto ed optiamo per un vicino Mc Donald’s
dove i prezzi sono
decisamente più bassi rispetto a noi scegliendo
un menù molto simile a quello
scelto da noi.
Una breve passeggiata nelle zone circostanti l’hotel
e poi finalmente entriamo
nella nostra stanza. Ci aspettavamo delle stanze piuttosto
piccole visti gli
standard giapponesi, mentre, invece, la stanza è
abbastanza grande e con
tantissimi comfort. Finalmente possiamo anche vedere i
famosissimi e tanto citati
water giapponesi che Giovanni immortala immediatamente.
Una doccia veloce e poi, nonostante non dormiamo da 24
ore, usciamo alla scoperta
della città dedicandoci al quartiere di Shinjuku.
La nostra prima meta è l’enorme
palazzo del Government Office che merita una visita per
le sue terrazze
panoramiche al 45 piano. La salita alla torri è
gratuita e vi si accede dal primo
piano e dalle terrazze chiuse da una vetrata si può
ammirare tutta la città. La
giornata non è limpidissima per cui la visuale
non è ottimale anche perché si vede
il riflesso del vetro, ma sembra che nelle giornate terse
si possa addirittura vedere il
Monte Fuji, simbolo del Giappone. Terminata la visita
girovaghiamo ancora nella
zona ammirando gli enormi palazzoni di vetro ed acciaio
tipici delle città moderne
e sulla strada del rientro in camera passiamo per la zona
ovest del quartiere
caratterizzata da numerosissimi negozi di elettronica
e dalle sale di pachinko.
Ovviamente non possiamo non curiosare nei vari negozi
fra cui i famosissimi
Yodobashi e Sakuraya che disposti su più piani
vendono tantissimi tipi di
prodotti.
Per cena decidiamo di non andare non troppo lontano e
scegliamo un ristorante
vietnamita in un vicino centro commerciale. La scelta
del cibo, grazie alle
fotografie dei piatti, è piuttosto semplice ed
alla fine mangiamo davvero benissimo
e spendendo una cifra piuttosto bassa ( 22 euro in due!!!!!
E dire che pensavamo
che il Giappone fosse caro … ).
Non possiamo non fare una passeggiata digestiva ed arriviamo
sino a quella che
viene definita la Times Square giapponese. Come la più
famosa newyorkese anche
qui è tutto un tripudio di luci, cartelloni pubblicitari
e gente in ogni angolo.
Purtroppo noi siamo sopraffatti dalla stanchezza ed alle
21.00 rientriamo in hotel.
15 settembre
Colazione: Vie de France Centro Commerciale Lumine
http://www.viedefrance.com 700 yen
Pranzo: locale tipico a Ueno 660 yen
Cena: ristorante a Shinjuku 2530 yen
Pernottamento: Hotel Sunroute Plaza Shinjuku 2-3-1 Yoyogi,
Shibuya-ku
Tokyo www.sunroute.jp/SunrouteTopHLE.html 82 euro
Quando ci alziamo stamattina il tempo non è bellissimo
ed il cielo di Tokyo è
grigio come quello visto in tantissime fotografie sul
Giappone. La meta della
mattinata è il quartiere di Asakusa, uno dei quartieri
più caratteristici e famosi
di Tokyo, situato nella parte nord-est della città.
Cuore pulsante della zona è il
Sensoji Temple a cui si accede tramite la Kaminarimon
(Porta del Dio del Tuono),
con la sua ampia lanterna di carta rossa, che immette
nella strada principale, la
Nakamise dori, che conduce al tempio dedicato a Kannon
Sama, la dea buddista
della misericordia. Da un lato all'altro di questa strada
ci sono bancarelle di
prodotti tipici: souvenir, vestiti strani, parrucche da
samurai, peluche, giocattoli.
Anche noi come i veri giapponesi seguiamo le indicazioni
per accedere al tempio, ci
purifichiamo con l’acqua e scriviamo la nostra preghiera
votiva. Non c’è da
preoccuparsi su come e cosa fare …. Tutto è
indicato da un simpaticissimo
fumetto!!
Ma non è solo il Sensoji Temple l’attrazione
della zona, infatti molto caratteristici
sono anche i vicoli tutto attorno con negozi di souvenir
e locali tipici giapponesi.
Attraverso il ponte sul fiume Sumidagawa arriviamo al
palazzo della Asahi,
famosissima birra giapponese. I palazzi della Asahi sono
due: quello dorato,
l’Asahi Beer Tower, dove hanno sede gli uffici,
è stato disegnato da Nikken Sekkei
e rappresenta un boccale pieno di birra sormontato da
due piani di schiuma bianca
mentre quello nero, più, basso è l’Asahi
Super Dry Hall, progettato dall’arredatore
di interni Philippe Stark, e sovrastato da un’enorme
fiamma, simbolo ricorrente
nei suoi lavori. Molto curioso è il nomignolo che
i giapponesi hanno un affettuoso
per questa creazione : “kin no unchi “ la
cacca dorata!
Con la comodissima e piuttosto semplice linea della metropolitana
raggiungiamo
un altro interessante quartiere di Tokyo: Ueno che insieme
al precedente è uno dei
più antichi e tipici. La zona sicuramente più
interessante e visitata è il parco di
Ueno, ma visto che si avvicina l’orario del pranzo
decidiamo di fermarci nella zona
a sud del parco lungo i binari del treno. Come anche in
altri quartieri della città le
zona attorno alle stazioni di treni e/o metropolitane
non sono affatto deserte o
malfamate ma sono piene di negozi e mercatini, dove si
acquista a ottimo prezzo
sia vestiario che cibo e dove si respira un'aria allegra
e confusionaria. Anche qui
siamo fortunati e finiamo in un ottimo ristorante dove
grazie alle riproduzioni in
cera dei piatti, molto tipiche ed utilissime in Giappone,
assaggiamo gli ottimi
gyoza, ravioli giapponesi.
Il primo pomeriggio lo dedichiamo al Parco di Ueno sottovalutato
dalla nostra
guida ma secondo noi molto bello nonostante non siamo
nel periodo dell’Hanami.
L’attrazione principale del parco è sicuramente
lo zoo il cui simbolo è il panda ma
che noi preferiamo non visitare per dedicare la nostra
attenzione al parco
disseminato di musei e templi di cui alcuni molto belli.
Decidiamo di visitare il
Tosho-gu , tempio scintoista ad ingresso a pagamento (
200 yen) che seppur meno
maestoso del Sensoji è molto bello. Di questo tempio
è possibile visitare sia l’esterno
che gli interni ovviamente senza scarpe. Passeggiando
ancora per il parco
scopriamo anche altri templi ad ingresso gratuito fra
cui uno, non lontano dal
precedente, con una serie discendente di torii rossi.
Da qui arriviamo al Shinobazu no Ike, un laghetto dove
si trova anche un altro
bellissimo tempio ottagonale il Benten-do circondato da
tantissime piante di fior
di loto purtroppo già sfiorite. Facciamo una breve
pausa in una panchina
affacciata su questo laghetto dove è possibile
noleggiare anche delle piccole barche
alcune anche dalle forme insolite come quelle di un cigno
o di una auto. Il contesto
del laghetto è davvero molto affascinante perché
tutto attorno sorgono palazzi
moderni creando un insolito contrasto.
Con la metro rientriamo verso Shinjuku dove facciamo una
sosta in due zone
segnalate nella nostra guida. Prima ci fermiamo a Golden
Gai un quartiere molto
tipico con un labirinto di locali affiancati l’un
l’altro e contraddistinti dalle
tipiche lanterne. Passiamo anche per Kabukicho, quartiere
a luci rosse della zona
con un carosello di centri massaggi, love hotel e locali
di vario tipo con insegne al
neon e tantissima gente di vario tipo.
Per la cena decidiamo di fermarci ancora nella zona di
Shinjuku prediligendo la
zona ad ovest della stazione. Anche qui ci affidiamo un
po’ al caso e scegliamo un
ristorante sempre in base alle riproduzioni in cera. Anche
qui la scelta è
azzeccatissima e mangiamo davvero molto bene scegliendo
dei piatti composti.
Quando lasciamo il ristorante inizia a piovigginare ma
armati di ombrello
facciamo una breve passeggiata che ci porta anche ad entrare
in una sala
pachinko, locale molto amato dai giapponesi.
Restiamo nel locale davvero poco tempo perché il
locale è molto caotico e
rumorosissimo.
16 settembre
Colazione: Vie de France 872 Yen Centro Commerciale Lumine
Pranzo: Ristorante Shiodome 2760 Yen
Cena: Ristorante Shibuya 2420 Yen
Pernottamento: Hotel Sunroute Plaza Shinjuku 2-3-1 Yoyogi,
Shibuya-ku
Tokyo www.sunroute.jp/SunrouteTopHLE.html 82 euro
Purtroppo quando ci alziamo pioviggina ancora …..
per la colazione riscegliamo
Vie de France e poi partiamo verso Ginza, quartiere noto
come area commerciale di
lusso, con diversi grandi magazzini, boutiques, ristoranti
e caffè.
Quando usciamo dalla metropolitana ci accorgiamo che il
tempo sta lentamente
migliorando ed iniziamo a passeggiare per il quartiere
mentre la maggior parte
dei negozi è ancora chiusa.
Decidiamo di raggiungere a piedi una delle attrazioni
principali di Tokyo il
Tsukiji Market anche se non vogliamo assistere alle famose
aste. Sulla strada
ammiriamo anche il Kabuki-za, teatro aperto nel 1889 che
campeggia fra i
palazzi moderni di Higashi-Ginza e merita un'occhiata
anche se non si ha
l’intenzione di assistere a uno spettacolo.
Raggiungiamo così il Tsukiji Market, il mercato
del pesce più grande al mondo
con circa 2 milioni di Kg al giorno. Sicuramente la cosa
più interessante è l’asta
del pesce che però richiede una levataccia abbastanza
importante e che noi
preferiamo evitare non essendo molto interessati all’argomento.
Ci accontentiamo
di girovagare per la zona attorno al mercato anch’essa
molto vivace ed animata
grazie ai diversi negozietti di prodotti fra loro molto
differenti. Nel mercato è
addirittura possibile assaggiare i diversi prodotti ma
alcune hanno un aspetto
davvero irriconoscibile.
Da qui sempre a piedi ( sembra abbastanza vicino dalla
cartina ) raggiungiamo
lo Shiodome, un complesso di 13 grattacieli con sedi di
importanti aziende ,
numerosi hotel, ristoranti e centri commerciali. Tra i
grattacieli, poi, sono state
create numerose piattaforme, passerelle, e giardinetti,
così da rendere piacevole una
passeggiata all’esterno. In questo complesso si
trova anche un bellissimo orologio
creato dallo studio Ghibli come insegna di un negozio
di giocattoli. Decidiamo di
fermarci anche per il pranzo e scegliamo un ristorante
affollatissimo di impiegati
in pausa pranzo. A differenza degli altri giorni spendiamo
di più ma il ristorante
è molto bello e le porzioni davvero enormi.
Riprendiamo la strada e ritorniamo verso Ginza mentre
nel frattempo il cielo è
diventato completamente azzurro e sgombro da nuvole con
un caldo davvero
intenso.
Sulla strada verso Ginza vediamo, sul marciapiede, opposto
al nostro una coda di
un paio di isolati con tanto di polizia a regolare il
traffico. Continuiamo la nostra
strada davvero curiosi di vedere quale sia la causa di
tanta coda e, quando
arriviamo di fronte al negozio HM, ci accorgiamo che è
lui la causa.
…… boh …. Questi giapponesi sono davvero
strani ……
Visto che siamo qui non possiamo non visitare il palazzo
della Sony, un enorme
palazzo di 8 piani in cui sono esposti gli ultimi gadget
tecnologici della casa
nipponica che si possono tranquillamente vedere, toccare
ed usare. Alcuni prodotti
sono anche acquistabili nello shop annesso allo showroom.
Sempre per il motto “ tanto non è lontano”
( e così ci capita di camminare
moltissimo)decidiamo di raggiungere altre due importanti
attrazioni della zona
il Forum ed il Palazzo Imperiale.
Il Tokyo International Forum, progettato dall'architetto
uruguaiano Vinoly fu
ultimato nel 1996 con un costo a consuntivo di circa un
miliardo di dollari.
L'edificio si colloca nella zona di Marunouchi, un'area
centrale a due passi dal
parco del Palazzo Imperiale da un lato e dalla Tokyo Station
dall'altro, resasi
libera a seguito della demolizione della City Hall, opera
del 1952 di Kenzo Tange.
Il progetto è composto da due edifici diversi per
forma e materiali, separati da uno
spazio pubblico urbano: da un lato, appoggiato al fascio
dei binari della Japan
Railways, un grande atrio di vetro alto 63 metri e lungo
210 metri a forma di
foglia, destinato a ospitare eventi e manifestazioni e
di fronte una struttura
cubica bianca con quattro grandi saloni. I due edifici
sono separati da un cortile
alberato, mentre il passaggio è assicurato ai livelli
superiori da una serie di
passerelle aeree di vetro.
A piedi poi raggiungiamo anche il parco del Palazzo Reale
attraversando il
quartiere di Marunouchi. Qui abbiamo una bella sorpresa
…. Il quartiere ospita
l’esposizione temporanea della Cowparade ( http://www.cowparade.com
) la grande
mostra a tema di arte contemporanea che dal 1998, da un'idea
del famoso scultore
svizzero Pascal Knapp, invade tutti gli anni le vie delle
metropoli del mondo
portando la creatività degli artisti in mezzo alla
gente. La mostra si compone di
circa 60 pezzi sparsi per il quartiere e io mi accontento
di fotografarne una decina
perché non abbiamo il tempo di metterci alla ricerca
delle mucche.
Arriviamo poi finalmente al Palazzo Imperiale di Tokyo.
Il palazzo tuttora
residenza della famiglia imperiale non è aperto
al pubblico, se non in due
occasione durante l’anno, e di esso è visibile
solo una piccola parte dalla vastissima
Palace Plaza. Scattiamo qualche fotografia e poi rientriamo
verso la Tokyo
Station per riprendere la metro verso il nostro hotel
visto che oggi abbiamo
camminato davvero tanto.
Per la cena decidiamo di andare a Shibuya, altro quartiere
molto movimentato
della città. Purtroppo molti dei negozi sono in
fase di chiusura e quindi cerchiamo
un posto per cenare, mentre invece ritorneremo di giorno
per scoprire la zona.
Anche questa sera andiamo un po’ ad intuito ed entriamo
in un ristorante
ovviamente sempre giapponese dove come sempre mangiamo
bene spendendo poco
rispetto a casa.
Fino ad ora possiamo essere davvero soddisfatti anche
dall’aspetto gastronomico.
Prima della partenza eravamo un po’ preoccupati
su quest’aspetto perché entrambi
non amando il sushi pensavamo di finire sempre in qualche
fast food.
Ma anche su questa cosa il Giappone ci ha sorpreso davvero
molto. La cucina e
quindi la scelta gastronomica è davvero molto ampia
e ci ha permesso di mangiare
sempre bene ed in quantità più che soddisfacente.
A questo poi si deve aggiungere
anche il fatto che i prezzi sono davvero abbordabili,
più che in Italia, e che il turista
non viene affatto “ spennato” , ma trattato
con tanta cortesia.
Quando usciamo dal ristorante facciamo ancora una passeggiata
nel quartiere
animatissimo e poi con la metro rientriamo a Shinjuku
ancora affollatissima.
Ma Tokyo ….. non si ferma mai?
17 settembre
Colazione: forneria 470 Yen
Pranzo: ristorante a Kamakura 1000 Yen
Cena: ristorante Chinatown Yokohama 2782 Yen
Pernottamento: Hotel Sunroute Plaza Shinjuku 2-3-1 Yoyogi,
Shibuya-ku
Tokyo www.sunroute.jp/SunrouteTopHLE.html 82 euro
Per la prima volta in questo viaggio oggi ci spostiamo
da Tokyo ed utilizziamo il
nostro JRP e quindi anche le famose ferrovie giapponesi.
La nostra giornata fuori
Tokyo prevede due tappe: la prima nella città di
Kamakura dove passeremo parte
della giornata e poi ad Yokohama dove trascorreremo la
serata.
Muoversi con il treno non è per niente difficile
visto che le indicazioni all’interno
delle stazioni sono bilingue e poi il personale delle
ferrovie è davvero molto cortese
preparato.
In circa 40 minuti raggiungiamo la cittadina di Kamakura
nella prefettura di
Kanagawa a circa 50 km a Sud-Sud-Ovest di Tokyo, alla
quale è collegata dalla
linea ferroviaria di Yokosuka. È circondata da
montagne su tre lati, mentre il
quarto si apre sulla baia di Sagami. Questa collocazione
la rese una fortezza
naturale tanto che divenne capitale durante l'epoca che
prese appunto il nome di
periodo Kamakura. http://www.kamakuratoday.com/e/sightseeing.html
Secondo le istruzioni della nostra guida scendiamo alla
stazione di Kita
Kamakura, la prima della città, ed iniziamo la
nostra scoperta dei templi. La città
offre una enorme quantità di templi buddhisti e
di santuari shintoisti e noi
decidiamo di vedere quelle che dall’esterno ci ispirano
maggiormente. Tutti i
templi sono collegati tra loro da un servizio di autobus,
ma noi da bravi “ turisti
fai da te” optiamo per i nostri piedi ( ce ne accorgeremo
solo alla sera!!!) e
raggiungerli è molto semplice perché sono
tutti ben indicati.
Appena usciti dalla stazione vediamo le indicazioni per
il tempio zen Engaku-ji ,
ingresso a pagamento di 300 yen, costruito nel 1282 perché
i monaci zen potessero
pregare per i soldati deceduti per la difesa del Giappone.
Solo la porta di ingresso al
tempio è originale mentre il resto è tutto
una ricostruzione ma, essendo il primo
tempio che vediamo, ci piace davvero molto. Tra l’altro
nel cortile interno del tempio
troviamo un gruppo di scolaresche di bambini molto piccoli
che marciano a ritmo
di musica e che a volte ci guardano davvero molto incuriositi.
Seguendo le indicazioni della nostra mappa raggiungiamo
il Tokei-ji abbastanza
vicino al precedente e molto particolare perché
circondato da uno splendido
giardino. Anche questo tempio ha l’ingresso a pagamento
( 100 yen) ed è
particolare perché in passato era il rifugio per
le donne che fuggivano dai mariti e
che potevano considerarsi divorziate dopo avervi soggiornato
per tre anni. Nel
giardino del tempio è possibile poi visitare anche
un cimitero buddhista che occupa
gran parte dello spazio. Se si deve fare una scelta questo
può essere
tranquillamente saltato.
Proseguendo lungo la strada si incontrano altri templi
che preferiamo saltare per
arrivare all’imperdibile Kencho-ji, il più
importante dei cinque templi zen della
città. Il tempio sempre ad ingresso a pagamento
( 300 yen) è davvero molto bello ed
immenso anche se solo una piccola parte è aperta
al pubblico. Merita davvero molto
ed in esso è possibile anche entrare all’interno
e, grazie ad una terrazza
panoramica, si può osservare un giardino zen la
cui forma è quella
dell’ideogramma kanji che significa mente. Non stanchi
di camminare decidiamo
di arrivare sino in cima alla collina dove è costruito
l’Hansobo da cui sembra che
nelle giornate più limpide si possa ammirare il
profilo del Fuji.
Usciamo dal tempio verso mezzogiorno e nonostante il caldo
decidiamo di
proseguire a piedi verso la zona centrale della città
attraverso Komachi-dori, la via
principale che secondo la nostra guida pullula di negozi
e ristoranti. Questa cosa è
vera ma solo in parte perché la via diventa animata
solo nel tratto finale mentre la
prima parte non ha nulla di particolare e tra l’altro
non è neppure così breve come
sulla cartina. A metà della via però troviamo
un altro splendido santuario, il
Tsurugaoka. Si tratta di un santuario scintoista ad ingresso
gratuito
completamente dipinto di rosso intenso. Il santuario è
visitabile solo esternamente
mentre a pagamento è possibile vedere un museo
che però noi preferiamo evitare. In
questo santuario per la prima volta vediamo una monaca
scintoista con gli enormi
pantaloni rossi e la casacca bianca che schiva passeggia
fra i turisti. Ovviamente,
complice anche lo splendido cielo blu, non possiamo non
scattare una miriade di
fotografie.
Visto l’orario facciamo una sosta per il pranzo
in un piccolissimo ristorante dove
riusciamo ad assaggiare ancora i buonissimi gyoza, i ravioli
giapponesi.
Prima di ritornare in clima mistico decidiamo di fare
una pausa e di dedicarci ad
un po’ di shopping nelle due principali vie kamachi-dori
e Waramiya-dori.
Entrambe le vie sono piene di negozi di souvenir in cui
i turisti giapponesi
principalmente acquistano prodotti di diverso tipo dolci
in particolare.
Terminato il giro per lo shopping, tra l’altro non
molto prolifico, facciamo una
scelta davvero infelice: raggiungere a piedi il grande
Daibutsu, il grande Buddha,
una delle principali attrazioni di Kamakura. Raggiungerlo
non è certo
impossibile ma 1,7 km (lo scopriremo solo superata la
maggior parte della strada)
sotto il sole cocente non è il massimo , ma alla
fine lo splendore del tempio non ci
fa rimpiangere la fatica. Il grande Daibutsu ( ingresso
al tempio 200 Yen),
secondo per grandezza del Giappone, è davvero molto
bello ed ha anche una storia
molto particolare. La enorme statua alta 11 metri è
sopravvissuta a diverse
vicissitudini e, mentre le sale che la contenevano sono
sempre andate distrutte , la
statua è sempre rimasta intatta. Qui per la prima
volta incontriamo anche i primi
italiani della vacanza.
Prima di lasciare Kamakura decidiamo di visitare anche
un ultimo tempio
l’Hase-dera ( yen 300) , uno dei più famosi
della regione e tra l’altro molto
particolare. Il filo conduttore di tutto il tempio sono
le statuette raffiguranti Jizo, il
boddhisatva protettore dei viaggiatori e delle anime dei
bambini defunti. Le
statuette presenti sono davvero moltissime e molte sono
anche vestite in stoffa
rossa una cosa molto particolare che ci lascia molto sorpresi.
Questo tempio insieme al grande Daibutsu è sicuramente
la cosa più bella che
abbiamo visto a Kamakura e dalla sua terrazza panoramica
è anche possibile
ammirare l’oceano pacifico.
In questo tempio mettiamo anche alla prova la grande onestà
dei giapponesi.
Infatti Giovanni, durante una pausa, ha dimenticato su
una panca un paio di
occhiali da sole della Oakley e quando ritorniamo dopo
10 minuti gli occhiali
sono ancora lì. Anche da noi sarebbe successa la
stessa cosa …………
Per rientrare alla stazione di Kamakura vista la distanza
decidiamo di optare per
i mezzi pubblici ed utilizziamo la linea metropolitana
di Enoden che ci riporta
velocemente e, soprattutto senza nessuna fatica, alla
stazione.
Qui riprendiamo il treno della Jr e raggiungiamo la nostra
meta serale, la città di
Yokohama, la seconda città del Giappone che vanta
una delle più grandi
Chinatown del mondo. Per raggiungere la zona dalla stazione
Jr di Yokohama è
sufficiente prendere la linea metropolitana Minato Mirai
e in sole cinque fermate
si arriva a destinazione. Anche qui nessuna difficoltà
perché le informazioni sia
per il tragitto che per l’acquisto dei biglietti
sono davvero semplici ed, ovviamente,
in inglese.
Prima di arrivare a Chinatown decidiamo di dirigerci verso
il lungomare nella
zona della Marine Tower, uno dei fari dell’entroterra
più grandi del mondo che però
è completamente coperto dai lavori di ristrutturazione.
Dal molo affacciato sul
Pacifico ammiriamo però lo skyline di Minato Mirai
21 con i suoi altissimi
grattacieli.
Si è oramai fatto buio e ci incamminiamo verso
la vicina Chinatown delimitata
da 10 diverse porte di accesso dipinte con colori molto
vivaci. Appena superata una
delle porte di accesso veniamo catapultati in un mondo
completamente diverso e
sembra di essere trasportati a migliaia di km, ad Honk
Kong come dice la nostra
guida. Infatti tutto, dai ristoranti ai negozi, alle insegne
ai souvenir sono un
chiaro rimando al mondo cinese .
Per la cena non possiamo non scegliere un ristorante cinese
che però non regge
assolutamente il confronto con la cucina giapponese decisamente
più leggera e di
conseguenza più sana.
Terminata la cena facciamo ancora una passeggiata nell’animatissimo
quartiere
e, alle 21 abbastanza stanche per l’intensa giornata,
riprendiamo il treno verso
Tokyo.
18 settembre
Colazione: in una boulangerie 513 Yen
Pranzo: a Nikko 1400 Yen
Cena: ristorante spagnolo a Shinjuku 3680 Yen
Pernottamento: Hotel Sunroute Plaza Shinjuku 2-3-1 Yoyogi,
Shibuya-ku
Tokyo www.sunroute.jp/SunrouteTopHLE.html 82 euro
Oggi ci aspetta ancora una giornata piuttosto intensa
visto che ci aspetta Nikko ,
città che si trova nella regione montuosa della
prefettura di Tochigi, a circa 140
chilometri a nord di Tokyo. La città è una
popolare meta turistica, in quanto
contiene numerosi monumenti storici (alcuni molto antichi)
che le sono valsi
l'inserimento nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità
dell'UNESCO. Purtroppo
quando ci alziamo il cielo è cupo ma è ancora
piuttosto presto e poi dobbiamo
percorrere ancora molta strada …… Scoraggiati
partiamo comunque verso la
stazione della JR di Shinjuku per prendere il treno che
ci porterà prima a
Utsonomiya e poi da qui tramite la Nikko Line a Nikko.
Il percorso non è affatto
breve anzi dura tre ore e dieci minuti. Nel primo tratto
di treno siamo gli unici occ
( così durante il viaggio chiameremo gli occidentali
)del vagone, mentre sulla
Nikko Line siamo noi a prevalere.
Alla stazione di Nikko troviamo una bella piantina gratuita
della zona che ci
risulterà utilissima per trovare i diversi templi
oltre a dei bellissimi timbri che io
prontamente stampo sia sulla mia guida che sul mio quadernetto
di viaggio.
Avevo letto di questa abitudine di lasciare a disposizione
dei visitatori nelle
stazioni ed in alcuni templi di timbri da apporre sulle
guide e già a casa non
vedevo l’ora di provare questa cosa.
Quando usciamo dalla stazione non piove più e la
temperatura è ottima cielo
grigio a parte ….
Per raggiungere la zona dei templi ci sono due diverse
possibilità: a piedi o con
l’autobus. Vista l’esperienza di ieri a Kamakura
preferiamo affidarci all’autobus
ma solo fino al ponte Shin-Kyo, un ponte rosso sul fiume
Daiya che secondo la
leggenda fu il luogo dove il monaco buddhista Shodo attraversò
il fiume a cavallo
di due serpenti. In passato il ponte era accessibile solo
ai membri della corte
imperiale mentre dal 2005 è anche aperto al pubblico
dietro il pagamento di un
biglietto. Noi come la maggior parte dei turisti preferiamo
vederlo di lato per
riuscire a fotografarlo e poi proseguiamo per raggiungere
i templi tramite una
breve scalinata immersa nel verde.
Per la visita dei templi è utilissimo il biglietto
cumulativo che prevede l’accesso a
cinque siti tutti Patrimonio dell’Unesco al costo
di 1000 Yen a persona. La nostra
visita inizia dal Rinnoji, tempio buddhista risalente
al 1200 e famoso per avere al
suo interno tre enormi Buddha in legno alti 8 metri .
Purtroppo parte del tempio, in
particolare all’esterno è coperta da teli
per i lavori di ristrutturazione ma riusciamo
comunque ad ammirare la bella pagoda che si trova a fianco.
La strada prosegue
fino ad un enorme Torii in pietra che è l’ingresso
del bellissimo Tosho-gu, tempio
scintoista fra i più belli del Giappone.
Subito dopo il Torii si trova una splendida pagoda coloratissima
a cinque piani la
cui particolarità è quella di non avere
fondamenta ma di essere sorretta da un palo
sospeso che oscillando come un pendolo serve a mantenerla
in equilibrio in caso di
terremoto. Poco oltre la pagoda un altro Torii permette
l’accesso a questo splendido
tempio conosciuto anche per le tre famose scimmie che
rappresentano i tre principi
del buddhismo tendai ovvero non sentire il male, non vedere
il male e non parlare
il male. Tutti gli edifici di questo enorme tempio sono
molto decorati e colorati e
questo giustifica la presenza di tantissimi turisti fra
cui anche qualche gruppo .
Come negli altri templi anche qui è possibile accedere
alle sale interne
ovviamente scalzi dove però sono in corso dei lavori
di ristrutturazione dei decori
dei soffitti.
Quando usciamo da questo tempio ci accorgiamo che sono
già le tredici passate e
decidiamo di cercare un posto per il pranzo. Proprio vicino
al tempio troviamo una
piccola area ristoro con delle bancarelle di cibo tipico
e noi scegliamo quella che
prepara gli udon “ freschi di giornata fatti a mano
“ come recita la bancarella.
Anche qui una scelta ottima e davvero azzeccata.
La visita prosegue negli altri templi compresi nel biglietto
cumulativo fra cui il
Rinnoji Taiyuin, una riproduzione in tono minore seppur
molto sfarzosa del
Tosho-gu.
Alle 15.30 lasciamo la zona dei templi e rientriamo verso
la stazione percorrendo
la strada principale piena di negozi e ristoranti. Qui
riesco a comprarmi il mio
primo souvenir ( non sarà l’ultimo però!!!!)
: uno charms di Hello Kitty per il mio
cellulare. Alle 16.48 prendiamo il treno che con il percorso
analogo a quello del
mattino ci riporta a Tokyo.
Rientriamo in hotel per una doccia veloce e poi usciamo
per cena.
Questa sera vogliamo mangiare “ etnico” per
cui abbandoniamo la cucina
giapponese e scegliamo il ristorante spagnolo Paradorina
nella Mosaic Street di
Shinjuku.
Terminata la cena facciamo ancora una bellissima passeggiata
nel quartiere
scoprendo ancora degli angoli bellissimi .
Cosa dire ……. questo Japan è davvero
sorprendente grazie al suo saper mescolare
in modo perfetto modernità e tradizione !!!!!
19 settembre
Colazione: colazione a Shinjuku a base di donuts 980 Yen
Pranzo: Bagel & Bagel a Roppongi Hills 1330 Yen
Cena: Ristorante Thailandese nel Centro Commerciale Venus
Fort a Odaiba 3360
Yen
Pernottamento: Hotel Sunroute Plaza Shinjuku 2-3-1 Yoyogi,
Shibuya-ku
Tokyo www.sunroute.jp/SunrouteTopHLE.html 82 euro
Anche questa mattina quando ci alziamo il cielo è
cupo e non promette nulla di
buono …… chissà se riusciremo a vedere
il sole in questa vacanza??
Per colazione scegliamo un locale vicino al nostro hotel
che propone donuts nei
gusti più disparati. Il locale è davvero
molto strano ed in attesa della nostra
ordinazione, che tra l’altro aspettiamo davvero
pochissimo, ci viene offerto un
ulteriore donut. È la colazione più cara
di tutta la vacanza ma è davvero buona ed
io mi sono pure “ pappata” il donut di Halloween.
La prima meta della giornata è il Meiji Jingu,
uno dei santuari shintoisti più
prestigiosi di Tokyo. La prima costruzione dell’edificio
risale al 1920 ma fu
ricostruito identico nel 1958 dopo la distruzione avvenuta
con i bombardamenti
della Seconda Guerra Mondiale. Il tempio è inserito
in un parco di 700.000 metri
quadri di foresta, formata da 120.000 alberi di 365 specie
diverse, che furono
donate da persone provenienti da tutto il Paese, al tempo
in cui il tempio fu creato.
L’ingresso al tempio è gratuita mentre quella
al giardino è a pagamento, ma noi
non siamo entrati ( l’ingresso è sicuramente
raccomandato a giugno periodo della
fioritura degli iris). L’accesso al tempio avviene
attraverso un enorme torii in
legno di cipresso importato da Taiwan mentre il resto
del tempio è costruito con
legno di cipressi giapponesi. Il tempio è davvero
molto bello, unico peccato non
essere riusciti ad assistere a qualche cerimonia religiosa
come per esempio un
matrimonio come invece abbiamo letto in altri diari. Ci
accontentiamo di vedere
solo un gruppo di monaci in preghiera cosa comunque molto
suggestiva.
In questo santuario abbiamo visto anche un’altra
stranezza …. Nella
maggioranza dei santuari shintoisti visti sino ad ora
avevamo notato tantissimi
barili di sakè offerti dai fedeli, qui, invece,
abbiamo visto delle botti di vino
francese della Bourgogne per l’esattezza.
Visto che ha almeno smesso di piovere raggiungiamo a piedi
il non proprio
vicinissimo quartiere di Shibuya visto di sera qualche
giorno fa quando la
maggior parte dei negozi era in fase di chiusura. Il quartiere
di Shibuya, oltre a
vantare una enorme scelta di negozi di tutti i tipi fra
i quali consiglio
sicuramente Loft dove io non ho potuto non spendere qualche
yen, è soprattutto
famoso per lo Shibuya Crossing, uno degli incroci a quattro
strade più famosi e
fotografati del mondo. Purtroppo la nostra fotografia
non rende appieno il fascino
di questo attraversamento pedonale che offre il meglio
di sé osservandolo dal vicino
Starbucks.
Nella zona di Shibuya non riusciamo a vedere la zona dedicata
ai Love hotel
perché le indicazioni della nostra guida non sono
per niente chiare e chiedere ai
passanti non ci sembra proprio il caso.
….. pazienza, sarà per la prossima volta!!!!
La nostra giornata prosegue nella zona di Roppongi, altro
quartiere dedicato
soprattutto allo shopping ed alla vita notturna e particolarmente
noto per le
Roppongi Hills .
Roppongi Hills è uno dei più grandi complessi
urbani del Giappone ed è stato
costruito per volere del magnate Minoru Mori. Il mega-complesso
comprende uffici,
appartamenti, negozi, ristoranti, sale cinematografiche,
parchi, un museo, un
hotel, uno studio televisivo ed un anfiteatro all'aperto
ed al centro di quest'area
sorge la Mori Tower, un edificio di 54 piani. I primi
sei piani della Mori Tower sono
occupati dai negozi e dai ristoranti mentre i sei piani
superiori ospitano il Mori Art
Museum ed il Tokyo City View, dove è possibile
ammirare una vista panoramica
della città.
Visto l’orario decidiamo di pranzare nel centro
commerciale annesso alla Mori
Tower e qui non c’è che l’imbarazzo
della scelta. Fra i diversi locali optiamo per un
Bagel & Bagel dove tra l’altro troviamo anche
una coppia di italiani e soprattutto
troviamo il primo accesso wi-fi gratuito della vacanza.
Visto che nel frattempo il tempo è peggiorato ed
ha ripreso a piovere restiamo ancora
un po’ nel palazzo visitando alcuni negozi , mentre
invece evitiamo di entrare
nella City View visto che le viste panoramiche non saranno
sicuramente
eccezionali.
Nel palazzo si trova anche la Asahi Television il cui
atrio con tanto di negozio di
gadget è aperto al pubblico. Noi, ovviamente, entriamo
a curiosare e ne
approfittiamo per fare pure qualche fotografia ai vari
Doraemon e simili.
Lasciato Roppongi Hills raggiungiamo a piedi la tanto
decantata Tokyo Tower,
ovvero la brutta copia colorata di bianco e rosso della
Tour Eiffel. Sarà che il cielo
plumbeo non aiuta di certo ma mentre Giovanni scatta comunque
qualche
fotografia io continua a brontolare non capendo come si
possa paragonare quel
traliccio colorato alla mia amata Tour Eiffel ( io sono
molto di parte però).
Ovviamente sulla Tokyo Tower è anche possibile
salire per ammirare il panorama
della città cosa che ovviamente noi non abbiamo
intenzione di fare. Poco oltre la
torre si trova anche lo Zojo-ji un bel tempio purtroppo
per la maggior parte in fase
di ristrutturazione. È comunque molto bello osservare
dal suo cortile interno il
contrasto fra la parte antica del tempio e la modernità
della Tokyo Tower alle sue
spalle.
Quando rientriamo in hotel non piove più per cui
decidiamo di trascorrere la serata
a Odaiba, grande isola artificiale nella Baia di Tokyo.
Nella zona sono tante le
attrazioni turistiche fra cui la sede della Fuji TV con
il peculiare edificio disegnato
da Kenzo Tange nel 1997, Il Rainbow Bridge, che collega
Odaiba al cuore della
città di Tokyo, diversi centri commerciali come
il Decks Tokyo Beach o il Venus
Fort, una riproduzione in scala ridotta della Statua della
Libertà e molto altro.
Quando lasciamo l’hotel riprende a piovere ma noi
non demordiamo e rispettiamo il
nostro piano anche se purtroppo non vedremo molto di quanto
programmato.
Raggiungere Odaiba da Shinjuku è piuttosto semplice
perché con la metro si
raggiunge Shiodome stazione da cui poi parte la monorotaia
che attraverso il
Rainbow Bridge porta all’isola.
Il tragitto non è certo economico ( 370 Yen a testa
per tratta) ma dalla monorotaia
si ammira il bellissimo skyline della città che
però, causa riflessi dei vetri, non
riusciamo ad immortalare.
Visto il persistere della pioggia dobbiamo modificare
i nostri programmi e ci
accontentiamo di fermarci al Venus Fort, centro commerciale
ispirato alla Venezia
del 700. All’interno di questo centro oltre ad una
vasta scelta di ristoranti e
negozi si trovano anche il Toyota mega web e la ricostruzione
di un garage con
auto d’epoca. Il Toyota mega web è uno showroom
della nota casa automobilistica
dove sono in bella mostra alcuni prototipi della casa
oltre a diverse auto non
presenti però nel nostro mercato. Carino ma sicuramente
non imperdibile!!!
Molto bello invece il garage con le auto d’epoca
inserite in ambienti tipici come per
esempio la Route 66 per le auto americane od uno spaccato
di Napoli per la nostra
500. Il Venus Fort merita una visita solo per la scelta
dei negozi dove noi ne
approfittiamo per iniziare ad acquistare qualche souvenir.
Per la cena optiamo per un ristorante thailandese dove
ci troviamo davvero molto
bene.
Purtroppo i nostri piani per la serata visto il tempo
saltano e quindi alle 22.00
rientriamo in hotel.
Domani ci aspetta il primo grande trasferimento in treno
….. speriamo in bene!!!
Finisce così la nostra prima parte di vacanza che
ci ha portato a scoprire la
splendida zona di Tokyo e dei suoi dintorni. Certo il
tempo non è stato di grande
aiuto ma abbiamo potuto ammirare splendidi luoghi.
Entrambi pur amando le strutture moderne ed i grattacieli,
piuttosto rari per non
dire assenti da noi, abbiamo preferito la parte storica
e tradizionale che ci ha
portato ad ammirare una architettura completamente differente
rispetto alla
nostra.
Tokyo si è rivelata una città piena di vita
a qualsiasi ora del giorno e crediamo
pure della notte vista la miriade di locali aperti ventiquattro
ore al giorno.
In questi primi giorni di vacanza il Giappone ci ha molto
stupito per la sua
accoglienza, la sua predisposizione al turismo e per la
grande cortesia dei suoi
abitanti.
Non c’è che dire …. Questo Giappone
ci sta stregando e ….. il meglio deve ancora
arrivare.
20 settembre
Colazione: Starbucks 800 Yen
Pranzo: Ristorante a Takayama 1080 Yen
Cena: Ristorante Suzuya 24 Hanakawa-cho Takayama 3400
Yen
Pernottamento: Ryokan Rickshaw Inn 54 Suehiro-cho Takayama
www.rickshawinn.com 70,30 Euro
Con la giornata di oggi inizia il nostro tour itinerante
del Giappone con valigia
al seguito ed oggi ci aspetta la tappa sicuramente più
impegnativa visto che
dobbiamo spostarci a Takayama, cittadina del distretto
di Hida a 532 km dalla
capitale. Dopo la colazione dal mitico Starbucks con la
linea metropolitana JR
Yamanote raggiungiamo la Tokyo Station senza grandi difficoltà.
Qui alle 8.30
prendiamo il nostro primo shinkansen, treno ad alta velocità
che ci porterà a
Nagoya, la nostra stazione di scambio.
I treni giapponesi oltre ad essere puntualissimi sono
anche molto comodi e spaziosi
con l’interno molto simile a quello di un aereo.
In genere le prime tre carrozze sono
quelle con i posti non riservati ( due sono no smoking
ed una smoking )mentre
le restanti carrozze sono per i posti riservati suddivise
fra prima classe (green
card) e seconda classe.
Il treno non sembra così veloce ma alle 10,35 siamo
a Nagoya e senza alcuna
difficoltà riusciamo a prendere il treno della
linea Hida per Takayama delle 10.48
e proprio su questo treno scopriamo anche che i sedili
dei vagoni sono orientabili in
base alla direzione di marcia. La linea di Hida transita
nelle alpi giapponesi e dai
finestrini è possibile ammirare il loro splendido
panorama. Proprio di fronte a noi
si trovano anche altri turisti. Inizialmente pensiamo
siano spagnoli mentre
chiacchierando con loro scopriamo che sono messicani in
vacanza in Giappone. In
perfetto orario con i dati stampati dal sito Hyperdia
raggiungiamo la stazione di
Takayama dove, dopo l’ennesimo timbro, raggiungiamo
il nostro hotel.
In questa città abbiamo deciso di provare l’ebbrezza
di dormire nei ryokan, le
tradizionali locande giapponesi con il pavimento di tatami
ed i futon al posto dei
letti. Il ryokan si trova ad una decina di minuti a piedi
dalla stazione ed
all’interno del centro storico della città
in modo da riuscire a muoversi
tranquillamente a piedi.
Appena entriamo nel ryokan incontriamo una coppia di americani
di cui lui di
origine italiana che iniziano a raccontarci del loro mese
di vacanza in Giappone.
Dopo un po’ di chiacchiere con loro facciamo il
checkin ed entriamo in possesso
della nostra stanza. La camera è davvero enorme
e sui tatami si trovano già i
nostri futon …… saranno comodi oppure passeremo
la notte in bianco pentendoci
della nostra scelta???
Sono quasi le 14.00 quando usciamo nuovamente alla ricerca
di un posto per il
pranzo. Optiamo per un ristorante abbastanza spartano
non lontano dal ryokan
dove però mangiamo degli udon buonissimi.
La città di Takayama è inserita nelle rotte
turistiche per due principali
monumenti: l’Hida Village e la zona di Sanmachi-
Suji ( per informazioni
utilissimo http://www.hida.jp/italiano/ ).
Nno essendo molto interessati decidiamo di scartare la
visita all’Hida Village e di
concentrarci nel centro della città. Prima di recarci
nelle vie più famose curiosiamo
nella zona circostante visitando anche il Kokubu-ji, tempio
ad ingresso gratuito.
Da qui proseguiamo verso la zona di Teramachi, quartiere
collinare della città che
vanta una decina fra templi e santuari. Purtroppo la maggior
parte di questi
santuari è in stato di abbandono e quindi dopo
averne percorso un breve tratto
decidiamo di rientrare verso il centro città.
Ci rechiamo nella zona sicuramente più turistica
della città il quartiere di
Sanmachi-suji, cuore della città vecchia su cui
si affacciano case tradizionali in
cui sono stati ricavati ristoranti, negozi di souvenir
e distillerie di sakè.
Dedichiamo il resto del pomeriggio curiosando nei diversi
negozi di souvenir e
nelle distillerie di sakè scoprendo anche alcune
curiosità su questa diffusissima
bevanda. In tutti i negozi grande rilevanza viene data
ai Sarubobo, bambole
portafortuna vendute in tutte le forme possibili.
La via è davvero trafficatissima e tra le persone
ed i risciò è davvero difficilissimo
riuscire a scattare qualche fotografia.
Per la cena questa sera decidiamo di seguire i consigli
della nostra Lonely e
scegliamo il ristorante Suzuya, uno dei più apprezzati
della città. Il locale è
consigliatissimo soprattutto per le simpaticissime proprietarie.
Il locale è
consigliato per la famosissima carne di Hida che ovviamente
proviamo ma che
risulterà essere una carne molto grassa e poco
allettante.
Quando usciamo dal ristorante la città si è
letteralmente svuotata e non c’è più
traccia dei tantissimi turisti che la animavano nel pomeriggio.
Rifacciamo una
passeggiata per le vie viste nel pomeriggio che però
questa sera sono deserte fatta
eccezione per qualche turista che passeggia con lo yukata
fornito dall’hotel.
Rientrati in hotel prima di provare i futon ci gustiamo
un buonissimo green tea
seduti comodamente sui nostri tatami.
21 settembre
Colazione: caffè vicino alla stazione 900 Yen
Pranzo: Bakery German all’interno della stazione
di Kanazawa 800 Yen
Cena: ristorante a Katamachi 3611 yen
Pernottamento: Apa Villa 2-2-13 Katamachi, Kanazawa-shi
www.apahotel.com
71,77 Euro
L’esperienza sul futon non è affatto male
ed entrambi dormiamo davvero bene. Ci
alziamo ancora piuttosto presto e, dopo la colazione in
un bar nella zona della
stazione, andiamo alla scoperta dei due asa-ichi, i mercati
mattutini che si
svolgono ogni giorno dalle 7 alle 12 .
I due mercati non sono molto distanti tra loro e riusciamo
a visitarli in poco tempo.
Il più bello e anche più grande è
il Miya-gawa che si tiene lungo la sponda
orientale del fiume e vende praticamente di tutto dai
souvenir, ai fiori agli
alimentari che in molti casi sono addirittura indecifrabili.
Il secondo mercato, il
Jinya-mae si trova invece vicino al Takayama-jinya ed
è molto più piccolo del
precedente ed in esso si possono trovare esclusivamente
frutta e verdura.
Un ultimo giretto e proprio quando riprende a piovere
recuperiamo i nostri bagagli
ed andiamo in stazione per raggiungere la nostra prossima
tappa: Kanazawa,
città della prefettura di Ishikawa sul Mare del
Giappone.
Per raggiungere Kanazawa è necessario fare un cambio
a Toyama, ma in poco più
di due ore percorriamo i 150 km che separano le due città
( purtroppo si tratta di
linee non ad alta velocità).
Prima di lasciare la stazione e di metterci alla ricerca
del nostro hotel
fortunatamente, visto quello che ci succederà poi,
ci fermiamo per pranzare da
Bakery German una fornitissima e tra l’altro molto
economica forneria.
Quando lasciamo la stazione tanto per cambiare ……
piove.
Dalla cartina stampata dal sito dell’hotel sembra
che stazione ed Apa Villa hotel
non siano molto distanti ed, invece, no.
Dopo aver camminato un po’ armati di bagagli ed
ombrelli ci decidiamo e
chiediamo informazioni ad un agente di polizia che purtroppo
non spiccica una
parola di inglese, ma che con gesti e risate ci spiega
che le due zone non sono vicine
e ci indirizza ad una fermata dell’autobus.
Qui arriva il bello ……
Arrivati alla fermata degli autobus vorremmo sapere quale
sia la direzione da
prendere e quale l’autobus. La cosa migliore ci
sembra sia quella di chiedere ai
presenti solo “ bus Katamachi??” ( è
il nome del quartiere del nostro hotel) …. E la
nostra domanda scatena un putiferio.
Tutte le signore presenti alla fermata iniziano ad agitarsi
per tentare di aiutarci
senza ovviamente spiccicare nulla in inglese tanto da
farci salire su un autobus
per farci riscendere qualche secondo dopo scatenando le
risate di tutta la pensilina
noi compresi.
Poco dopo riusciamo finalmente a salire sull’autobus
giusto e qui dobbiamo
metterci alla prova per pagare il biglietto. La cosa sembra
più complicata del
previsto ma in realtà è sufficiente prendere
il biglietto nel momento in cui si sale
per poi pagare la tratta al momento della discesa direttamente
all’autista. Il prezzo
di ciascun biglietto in base alla tratta percorsa viene
indicato su un display vicino
alla discesa.
Dopo queste fatiche arriviamo finalmente al nostro hotel
che dal fuori non è nulla
di particolare, mentre l’interno è davvero
una sorpresa con stanza molto grandi e
ben curate.
Oggi non siamo proprio fortunati e quando riusciamo dall’hotel
continua a piovere
in certi momenti anche abbastanza forte. Che rabbia e
dire che la sosta in questa
città è soprattutto per vedere il Kenrokuen,
il terzo giardino più bello del Giappone.
Sulla strada verso la nostra meta troviamo finalmente
il kakejiku che fa per noi
in un negozio stupendo che tra l’altro ha anche
splendidi kimono.
Mi devo accontentare del kakejiku perché i kimono
hanno dei prezzi davvero
proibitivi …. Ma quanto sono belli però …..
In una decina di minuti a piedi raggiungiamo il Kenrokuen
e nonostante il
tempaccio entriamo ( yen 300 a testa) insieme a molti
altri turisti affranti dalle
condizioni meteo. A causa del brutto tempo però
non riusciamo ad appezzare la
bellezza di questo parco che, in condizioni meteo favorevoli,
deve essere bellissimo.
Nonostante questo girovaghiamo curiosando i vari angoli
e scattando un po’ di
fotografie.
Usciti dal parco raggiungiamo il vicino Kanazawa- jo,
il castello della città. Ci
accontentiamo di ammirarlo dal fuori nonostante sia interamente
in fase di
ristrutturazione.
Per cena scegliamo un ristorante non lontano dal nostro
hotel ed anche qui la
scelta è davvero azzeccatissima.
Prima di rientrare in hotel facciamo una breve passeggiata
sotto i portici che
caratterizzano questa città mentre continua a piovere
anche abbastanza forte.
22 settembre
Colazione: donuts a Kanazawa 436 Yen
Pranzo: ristorante a Kyoto 1600 Yen
Cena: ristorante presso centro commerciale Isetan Kyoto
3496 Yen
Pernottamento: Hotel GranVia Kyoto www.granviakyoto.com
100 euro
Dopo una colazione a base di donuts usciamo per andare
a vedere Nagamachi,
quartiere un tempo abitato dai samurai e decantato sia
sulla nostra guida che
sugli opuscoli turistici. La zona si trova ad una decina
di minuti dal nostro hotel
ma sinceramente non è nulla di particolare perché
di queste case non si vedono che
enormi muri di cinta.
Decidiamo quindi di recuperare i bagagli e di riprendere
il nostro viaggio che oggi
ci porterà a Kyoto. A differenza dell’andata
andiamo benissimo e prendiamo un
bus che ci porta proprio fuori dalla stazione senza alcun
tipo di intoppo, anzi
conosciamo anche una ragazza italiana che è a Kanazawa
per studiare il
giapponese.
Con lo shinkansen in circa due ore percorriamo i 250 km
che separano le due città
ed arriviamo nella ultramoderna stazione ferroviaria di
Kyoto che contiene anche
tre centri commerciali, la stazione degli autobus ed un
hotel, il nostro.
In questa città abbiamo deciso di trattarci bene
ed abbiamo scelto il Granvia , un
hotel molto bello e moderno costruito all’interno
della stazione. Visto l’orario
depositiamo i nostri bagagli e, in attesa della nostra
stanza, usciamo alla scoperta
dei dintorni complice anche la bellissima giornata di
sole.
Dal basso osserviamo la Kyoto Tower , una torre in stile
retrò facilmente
identificabile da diversi punti della città e da
cui è possibile godere anche il
panorama della città. Non essendo per niente economica
( 770 Yen a testa) la
evitiamo e proseguiamo la passeggiata fino ai due templi
Higashi e Nishi
Hongan-ji. Si tratta di due templi costruiti da due diverse
fazioni buddhiste in
antagonismo fra di loro ed entrambi molto imponenti seppur
deturpati da
imponenti lavori di ristrutturazione. Entrambi i templi
sono ad ingresso gratuito
e nell’Higashi molto particolare è un frammento
di una fune realizzata con i
capelli donati dalle fedeli per issare le assi in legno
durante la ricostruzione del
tempio.
Prima di rientrare verso la stazione di Kyoto facciamo
una sosta per il pranzo in
un locale tipico ( anche qui siamo gli unici “ occ”
) vicino al Nishi Hongan-ji dove
la proprietaria, quando scopre che siamo italiani, inizia
a raccontarci di un suo
viaggio in Italia a Roma e Venezia.
Prima di ritornare in hotel per il checkin visitiamo la
stazione, una straordinaria
struttura in acciaio e vetro inaugurata nel 1997 e disposta
su ben 15 piani. Al
quindicesimo piano si trova una terrazza panoramica da
cui ammirare la città
sottostante ed è, inoltre, possibile passare anche
su delle passerelle che attraversano
l’atrio principale.
Facciamo il checkin in hotel dove ci viene assegnata una
stanza enorme al decimo
piano con vista sulla stazione e poi usciamo nuovamente.
Kyoto è una città molto grande ed i suoi
monumenti principali sono sparsi qua e
là ed è piuttosto improbabile riuscire a
raggiungerli sempre a piedi. I due mezzi
migliori per girarla sono quindi le biciclette ed i mezzi
pubblici. Noi optiamo per la
seconda opzione visto che la città è costruita
su diverse colline; per oggi
prenderemo dei biglietti singoli, mentre nei giorni successivi
acquisteremo il pass
giornaliero a 1200 Yen a persona che permette l’utilizzo
illimitato della rete
metropolitana e degli autobus.
Proprio fuori dalla stazione si trova il capolinea della
maggior parte degli autobus
cittadini anche se per il turista sono utili soprattutto
le linee 100 e 101 che toccano
i principali punti di interesse turistico.
La nostra idea iniziale sarebbe quella di visitare il
quartiere Ponto-cho, ma
quando ci accorgiamo che il bus arriva anche al Kinkaku-ji
noto come Tempio
d’Oro, il nostro programma cambia immediatamente.
Il percorso è piuttosto lungo e temiamo di non
riuscire ad arrivare in tempo prima
della chiusura prevista alle 17.00 ….. purtroppo
la maggioranza dei monumenti in
tutto il Giappone chiude molto presto.
Fortunatamente arriviamo alle 16.00 ed abbiamo un’ora
di tempo per ammirare
questo bellissimo tempio diventato il simbolo della città.
L’ingresso al Kinkaku-ji
è ovviamente a pagamento ( 400 Yen a testa) e quando
arriviamo al laghetto che
lo circonda restiamo davvero sorpresi. Il tempio è
molto meglio di quanto ci
aspettavamo complici sicuramente la luce riflessa del
sole al tramonto e la poca
gente presente. Non è possibile entrare all’interno
ma si può ammirarlo solo
dall’esterno grazie ad un sentiero che gli gira
attorno. Il percorso obbligato sale
anche su una collina passando in mezzo al giardino che
custodisce questo
splendido monumento. Alle 17.00 lasciamo il tempio dopo
averlo fotografato da
tutte le angolazioni possibili e decidiamo di percorrere
un tratto di strada a piedi
per fermarci in alcuni templi visti passando con l’autobus.
Un tempio non è nulla
di particolare e quindi preferiamo saltarlo mentre, invece,
entriamo nel Kitano-
Tenman-gu, poco considerato dalla nostra guida., ma invece
molto bello e
particolare.
Riprendiamo l’autobus e rientriamo in hotel.
Per la cena decidiamo di fermarci nel centro commerciale
della stazione dove si
trovano due centri commerciali al cui interno si trovano
diversi ristoranti. Questa
sera optiamo per l’Isetan il cui undicesimo piano
è un concentrato di ristoranti
differenti che offrono cucina diverse. Noi ovviamente
evitiamo l’italiano ed anche
lo spagnolo e ci buttiamo sulla cucina giapponese scegliendo
un ristorante
specializzato in tempura.
Scelta azzeccatissima!!!!!
Facciamo la nostra classica passeggiata post prandiale
risalendo all’undicesimo
piano dove facciamo anche una breve sosta nel giardino
pensile Happy Park e poi
rientriamo in camera dopo una splendida giornata coronata
anche da uno
splendido cielo blu.
23 settembre
Colazione: a base di donuts in un locale all’interno
della stazione di Kyoto 800
Yen
Pranzo: sandwich in un locale a Gion 1600 Yen
Cena: ristorante a Ponto-cho 4700 Yen
Pernottamento: Hotel Gran Via Kyoto www.granviakyoto.com
100 euro
Anche questa mattina Kyoto ci regala una splendida giornata
di sole
fortunatamente con un clima migliore di quello di Tokyo
decisamente molto più
afoso.
Anche la giornata di oggi si promette bella intensa in
quanto prevediamo di vedere
diverse cose.
Dopo la colazione sempre all’interno della stazione
acquistiamo all’ufficio
informazioni un pass giornaliero che permette l’utilizzo
illimitato di autobus e
metropolitana al costo di 1200 Yen a testa ( un biglietto
singolo costa 200 Yen).
La meta della mattinata è la zona di Gion, quartiere
di Kyoto noto per essere
residenza delle famosissime geishe.
La nostra prima sosta è il Saka-Jinja, coloratissimo
santuario scintoista ad
ingresso gratuito frequentatissimo dai fedeli per la prima
vista ad un tempio il
primo giorno dell’anno. Da qui attraversiamo un
enorme parco, il Maruyama
Koen, ed entriamo in un altro tempio che in realtà
è, invece, un cimitero
buddhista. Appena compreso il nostro errore ce ne andiamo
in fretta e con uno
strano giro ci ritroviamo nuovamente all’ingresso
del primo tempio.
…… ma perché in Giappone non ci sono
le vie?
Studiamo attentamente la cartina e senza grosse difficoltà
arriviamo alla zona
che stavamo cercando. Ci troviamo così in un’area
dove si trovano due templi: il
Kodai-ji di cui parla anche la Lonely ed un altro. Il
secondo tempio ci attira
maggiormente e decidiamo di visitarlo. Si tratta del Ryozen
Kwan-on ( ingresso
200 Yen a testa) ed è caratterizzato dall’avere
sul tetto del tempio una enorme
statua rappresentante Kannon di 24 metri. Si tratta di
un tributo al milite ignoto
della seconda guerra mondiale. È un peccato che
questo tempio non sia nemmeno
considerato dalla guida perché è davvero
molto particolare.
Terminata la visita facciamo uno stop dai templi e girovaghiamo
nelle vicine vie
Ninen-zaka e Sannen-zaka, quartiere ristrutturato di Kyoto
le cui strade sono
costeggiate da vecchie case in legno con negozi tradizionali
e ristoranti. Appena
entrati nel quartiere incontriamo con mio enorme stupore
una geisha che molto
gentilmente si lascia fotografare. Le due vie sono davvero
incasinatissime ed
offrono ai turisti, occ e non, una moltitudine di negozi
di souvenir di dolci in
particolare.
Percorriamo la strada fino alla fine seguendo il flusso
della gente sino ad arrivare
ad un altro famosissimo tempio di Kyoto: il Kiyomizu-dera,
tempio famoso per la
sua terrazza. Anche questo tempio è ovviamente
a pagamento ma merita davvero
la visita anche se è affollatissimo. Complice il
bel tempo riusciamo ad ammirarlo
in tutto il suo splendore scattando una miriade di fotografie.
Lasciamo il tempio e non senza qualche difficoltà
riusciamo a raggiungere il
quartiere di Gion anch’esso animatissimo di turisti.
È abbastanza tardi quindi per pranzo decidiamo
di abbandonare la cucina
giapponese e di prendere dei sandwich in un bar i cui
camerieri non sono proprio
dei fulmini, ma ….. pazienza.
Dopo pranzo passeggiamo ancora un po’ per il quartiere
senza però incontrare
alcuna geisha, ma si sa che è più facile
incontrarle nel tardo pomeriggio o nelle
prime ore della sera quando si stanno recando nelle sale
da tè.
Decidiamo di spostarci ancora e, sempre grazie agli autobus,
raggiungiamo il
Nijo-jo castello di Kyoto che però la guida non
decanta e che quindi ci
accontentiamo di vedere dal fuori visto che nei prossimi
giorni visiteremo anche il
Himeji-jo, uno dei castelli più famosi del Giappone.
La nostra guida consiglia in zona, non proprio vicino
ma grazie alla
metropolitana facilmente raggiungibile, il Nishiki Market,
mercato coperto con
tantissime bancarelle con una varietà pazzesca
di cibi. Nonostante il mercato sia
quasi prossimo alla chiusura ( ore 17.00) è ancora
animatissimo e fra i visitatori
incontriamo anche alcuni “ occ “.
L’ultima meta della giornata è l’International
Manga Museum, che come dice il
nome è il museo dei manga ed ospita una collezione
di circa 300.000 volumi.
L’edificio che lo ospita un tempo era una scuola
elementare ed è il luogo ideale per
conoscere questi famosi fumetti. Il museo per noi è
un po’ una delusione perché ci
aspettavamo più tavole di disegni, mentre il museo
altro non è che una enorme
biblioteca disposta su più piani con una miriade
di fumetti. La particolarità è data
dal fatto che i manga si possono tranquillamente prendere
e leggere tanto che in
ogni angolo si può trovare qualcuno concentrato
nella lettura. Solo al primo piano
vicino all’ingresso è possibile trovare dei
manga non in giapponese e fra questi
anche alcuni in italiano. Anche noi ne approfittiamo e
ci prendiamo un manga
che andiamo a leggere nel tranquillo giardino esterno.
Ritorniamo in hotel per un po’ di relax, mentre
per la cena riprendiamo il bus e
torniamo a Ponto-cho, altro quartiere storico della città.
Ponto-cho è uno stretto
vicolo splendido alla sera quando gli edifici in legno
e le lanterne accese gli
conferiscono un’atmosfera particolare. Anche qui
è possibile fare l’incontro delle
geishe dirette ad un appuntamento. Ed è proprio
quello che avviene anche a noi.
Mentre siamo alla ricerca di un ristorante per la cena
ci troviamo di fronte una
geisha ed una maiko che in tutta fretta si allontanano
impedendoci di scattare
una fotografia.
Che emozione però ….. in una sola giornata
abbiamo incontrato tre geishe.
Dopo questa emozione, mia soprattutto ( mi sembra di essere
entrata nel film
Memorie di una Geisha ), continuiamo la ricerca del ristorante
per la cena. La
scelta non è proprio semplice sia perché
i prezzi sono più alti rispetto al solito ma
soprattutto perché la maggior parte dei ristoranti
ha menù esclusivamente in
giapponese. Alla fine scegliamo uno strano locale in cucinano
diverse varietà di
tempura abbinati a salse o limone. Il menù prevede
un numero predefinito di pezzi
( 8, 12 o 14) e non è possibile scegliere gli ingredienti
ma è sufficiente dire cosa
non piace.
Ci si siede attorno al bancone ed il cuoco prepara man
mano i diversi tempura
abbinandoli a salsa di soia, limone o altre salse.
Alla fine mangiamo bene anche se in quantità minore
rispetto alle sere precedenti.
Questa è anche la sera in cui spendiamo di più
restando però sui 30 euro in due.
Facciamo ancora una passeggiata nella animatissima zona
e poi ritorniamo in
hotel.
24 settembre
Colazione: a base di donuts in un locale all’interno
della stazione di Kyoto 540
Yen
Pranzo: in uno shokudo a Nara 1800 Yen
Cena: ristorante specializzato in okonomiyaki all’interno
del Centro Commerciale
Isetan della Kyoto Station 2850 Yen
Pernottamento: Hotel Gran Via Kyoto www.granviakyoto.com
100 euro
Visto il perdurare delle condizioni meteo, decidiamo di
andare a Nara altro must
durante un viaggio in Giappone.
Nara fu capitale dal 710 al 794 ed ora è un luogo
di alto interesse artistico e
turistico tanto da essere stata dichiarata patrimonio
dell'umanità dall'Unesco.
Raggiungere la città dalla stazione di Kyoto è
piuttosto semplice grazie ad un
treno diretto che collega le due città. In stazione
dopo il solito timbro diventato
oramai un rituale facciamo una sosta nell’efficientissimo
Ufficio Turistico dove,
recuperata una dettagliatissima cartina, partiamo alla
scoperta della città.
I principali monumenti della città si trovano tutti
piuttosto vicini ed inglobati
all’interno del Nara Koen, un enorme parco la cui
caratteristica è quella di ospitare
1200 simpaticissimi cervi.
Per raggiungere il parco è possibile utilizzare
un autobus che parte dalla stazione
oppure fare una breve camminata di una decina di minuti
in una via abbastanza
carina e piena di negozi di souvenir.
Il primo tempio che incontriamo è il Kokufu-ji,
particolare per le due pagode a tre e
cinque piani che lo caratterizzano. Subito oltre il tempio
inizia il parco.
Inizialmente restiamo molto stupiti perché non
incontriamo i cervi, ma man mano
che ci avviciniamo al Todai-ji, il più famoso della
città, aumentano i turisti ma
anche i cervi. Sul viale che conduce al Todai-ji negozi
e venditori ambulanti
offrono alla modica cifra di 150 Yen dei biscotti per
i cervi. Come gli altri turisti
anche noi non ci tiriamo indietro e li acquistiamo e qui
inizia il bello. Appena i
cervi si accorgono del nostro acquisto veniamo immediatamente
circondati da loro
che senza timore si avvicinano alle mani e le leccano.
Ad un certo punto io
circondata da tantissimi cervi che mi leccavano da ogni
lato, passo i biscotti a
Giovanni che viene letteralmente preso d’assalto
tanto da distribuire biscotti in
continuazione. In un baleno un cervo si avvicina a Giovanni
e dalla tasca
posteriore dei pantaloni gli prende la cartina di Nara
ed inizia a mangiarla. Non
c’è biscotto che tenga ed il cervo non molla
la mappa che continua a mangiarsi con
tranquillità.
Dopo la divertente pausa con i cervi proseguiamo verso
il Todai-ji che già dal fuori
mostra la sua imponenza. Infatti al suo interno si trova
un grande Buddha che
anche noi, nonostante l’ambiente molto scuro, tentiamo
di fotografare . il Buddha
è una delle statue più grandi al mondo ed
è alto 16 metri e raffigura il Buddha
cosmico. All’interno della sala si trova anche un’attrazione
particolare: un pilastro
in legno con una cavità alla base dove, secondo
la tradizione, chi riesce ad infilarsi
raggiungerà l’illuminazione. Noi vediamo
solo dei bambini, mentre la nostra
guida racconta che sono numerosi gli adulti che ci provano
rimanendo incastrati.
Saliamo attraverso una strada immersa nel bosco ed animata
da turisti e cervi
fino ad arrivare al Nigatsu-do dove saliamo sulla grande
terrazza che offre una
vista sulla città sottostante. In questo tempio
per la prima volta troviamo una
strana abitudine: i monaci mettono a disposizione di tutti
i visitatori del tè verde o
dell’acqua a condizione che le tazze utilizzate
vengano sciacquate.
La nostra prossima meta è il tempio Kasuga Taisha,
meglio conosciuto come
tempio delle lanterne . per raggiungerlo percorriamo una
strada piuttosto animata
e piena di negozi e ristoranti. Visto l’orario decidiamo
di fermarci a pranzo in uno
shokudo, ristorante tipico giapponese e molto diffuso
caratterizzato ancora dalle
classiche riproduzioni in plastica. In vetrina veniamo
attirati da un bento che poi
scopriremo essere uno “ for child” ; non c’è
nessun problema e ci viene servito
comunque ed anche qui è una scelta davvero ottima.
Terminato il pranzo proseguiamo verso il tempio delle
lanterne e subito
comprendiamo il motivo di questo nome perché già
lungo la strada ce ne sono
tantissime in pietra. Il tempio a differenza di quanto
detto dalla guida non è più
ad ingresso gratuito ma noi decidiamo tuttavia di entrare
perché sembra molto
carino e poi ci sono così tante lanterne.
La visita richiede circa una mezzora e poi camminando
sempre attraverso il Nara
Koen riprendiamo la via della stazione siccome abbiamo
esaurito il nostro
programma giornaliero.
Sulla strada ne approfittiamo anche per entrare in qualche
negozio approfittando
per un po’ di shopping ed io finalmente trovo lo
yukata che cercavo.
Prima di rientrare in hotel ci fermiamo nella cittadina
di Inari a pochi km da
Kyoto per visitare il famosissimo Fushimi Inari, santuario
reso famoso dal film
Memorie di una Geisha e caratterizzato da un sentiero
di circa quattro Km
costeggiato da centinaia di torri rossi. Purtroppo il
santuario nella parte dei Torii è
immerso nel bosco e quando arriviamo sono da poco passate
le diciassette ed inizia
ad esserci buio. Tentiamo comunque di scattare qualche
fotografia che rende
almeno in parte merito a questo splendore.
Secondo noi in una visita alla città di Kyoto questo
tempio non deve essere saltato
perché merita davvero, a parte le tantissime zanzare
.
Rientrati a Kyoto visto che è ancora abbastanza
presto ci dedichiamo all’acquisto
di altri souvenir fra cui le famosissime kokeshi doll
nel centro commerciale
all’interno della Kyoto Station.
Per cena decidiamo di restare ancora nella stazione e
di provare una specialità
della città l’okonomiyaki, una via di mezzo
tra un'omelette ed un pancake che
unisce foglie di cavolo ad un impasto formato da acqua,
farina e uova. Il tutto
viene cotto e fornisce la base alla quale verranno aggiunti
altri ingredienti,
solitamente carne e vegetali. La scelta è stata
davvero pessima perché questo piatto
non è piaciuto a nessuno dei due anche se siamo
contenti di averlo provato.
25 settembre
Colazione: sempre i donuts all’interno della Kyoto
Station 540 Yen
Pranzo: ristorante lungo la Tetsugaku-no-michi 1500 Yen
Cena: ristorante a Sanjo-dori 3237 Yen
Pernottamento: Hotel Gran Via Kyoto www.granviakyoto.com
100 euro
Oggi ci aspetta un’altra intensa giornata di visite
che prevede anche diversi
spostamenti da una parte all’altra della città,
quindi decidiamo di acquistare
nuovamente il pass giornaliero per gli autobus e la metro.
Prima tappa della giornata è l’Imperial Palace,
palazzo imperiale visitabile
gratuitamente con un tour guidato. Le visite si svolgono
due volte al giorno alle 10
ed alle 14 e sono prenotabili presso la Imperial Household
Agency. Una volta
raggiunta l’agenzia è necessario compilare
uno stampato e presentare il proprio
passaporto e le visite sono prenotabili solo in giornata.
Noi scegliamo la visita delle
dieci del mattino ed in attesa dell’orario passeggiamo
nell’enorme parco che
circonda il castello cercando di scorgerlo in qualche
angolo.
Alle dieci in punto, ovviamente in Giappone, inizia il
nostro tour guidato; siamo
un gruppo abbastanza numeroso prevalentemente di “occ”
e la visita si tiene in
lingua inglese. La visita non prevede visite all’interno
ma solo esternamente ma
permette di vedere angoli molto belli in particolare nella
zona del giardino.
Terminata la visita riprendiamo la metropolitana proprio
fuori dal castello e ci
spostiamo nella zona di Higashiyama . E’ una zona
davvero molto bella con
tantissimi templi tanto che dobbiamo fare delle scelte
visto il tempo limitato.
Decidiamo di visitare solo il Ginkaku-ji, meglio noto
come Padiglione d’argento.
E’ possibile raggiungere questo tempio in autobus
oppure a piedi percorrendo la
famosa Tetsugaku-no-michi, un sentiero pedonale a ridosso
di un canale
circondato da ciliegi meglio noto come “ Passeggiata
del filosofo”. La passeggiata è
molto bella ma credo che dia il meglio di sé nel
periodo dell’Hanami, la fioritura
dei ciliegi come dimostrano le tante fotografie presenti
nei negozi di souvenir.
Inizialmente la passeggiata sembra deserta ma man mano
che ci si avvicina al
tempio aumentano i turisti ma anche i negozi di souvenir
ed i ristoranti dove
anche noi facciamo una breve sosta per il pranzo.
Attraverso una stretta viuzza con ai bordi diversi negozi
arriviamo alla nostra
meta il Ginkaku-ji e qui troviamo una bella sorpresa:
nel tempio sono in corso dei
lavori di ristrutturazione che lo coprono completamente
e lasciando visitabili
esclusivamente i giardini.
A questo punto noi preferiamo lasciar perdere e con l’autobus
ci spostiamo
nuovamente sino a raggiungere il Sanjusangen-do, un tempio
caratterizzato da
un edificio lungo e stretto dove sono contenute 1001 statue
di Kannon, dea
buddhista della misericordia dotata di 1000 braccia. Al
centro della sala si trova
una immagine più grande fiancheggiata su entrambi
i lati da 500 statue più
piccole . in realtà le statue non hanno 1000 braccia,
ma solo 40 secondo la
tradizione buddhista che vuole che 40 braccia corrispondano
a 1000 perché ciascun
braccio salva 25 mondi. All’interno della sala dove
ovviamente si entra senza
scarpe, sarebbe proibito fotografare ma noi non riusciamo
a farne a meno perché la
sala è davvero molto particolare.
Terminata la visita al tempio che richiede una mezz’oretta
ci spostiamo
nuovamente verso una zona in periferia di Kyoto, la zona
di Arashiyama per
vedere la foresta di bambù. Raggiungere la zona
non è comodissimo perché si deve
prender prima la metropolitana e poi un autobus. Scendiamo
dall’autobus vicino al
fiume e non senza difficoltà raggiungiamo la foresta
che ovviamente non ha un
indirizzo specifico. Anche questa zona è davvero
molto animata con tantissimi
turisti che si dedicano alla visita dei numerosi templi
inseriti nella foresta. Noi
percorriamo solo un breve tratto della foresta di bambù
per poi ritornare sui nostri
passi e girovagare nella zona attorno al fiume.
Sempre in autobus rientriamo in hotel osservando la città
dal finestrino.
Per la cena decidiamo di ritornare nella animatissima
zona di Sanjo-dori vicino a
Ponto-cho. Scegliamo un ristorante a caso basandoci sui
menù ed anche qui
siamo davvero fortunati perché ci troviamo davvero
molto bene.
La zona è davvero molto animata anche se la maggior
parte dei negozi sono in
fase di chiusura mentre restano aperti solo i ristoranti
e soprattutto le
numerosissime sale Pachinko ed i karaoke.
Dopo un’ultima passeggiata rientriamo in hotel per
l’ultima notte a Kyoto …
domani ci aspetta un nuovo spostamento verso Hiroshima.
Kyoto ci ha proprio stupito perché è una
città bellissima con innumerevoli punti di
interesse tanto che una settimana non sarebbe sufficiente
per vederli tutti.
26 settembre
Colazione: sempre donuts 600 Yen
Pranzo: Mc Donald’s a Hiroshima 1200 Yen
Cena: ristorante nel centro di Hiroshima 2940 Yen
Pernottamento: Hotel Sunroute Hiroshima http://www.sunroute.jp/HotelInfoSVE
euro 59,80
Oggi ci aspetta un’altra giornata di spostamenti
che prevede l’arrivo nella
tristemente famosa città di Hiroshima.
Kyoto ci saluta con una pioggia torrenziale che però
noi evitiamo essendo già
all’interno della stazione e con lo shinkansen in
meno di due ore percorriamo i 380
km che separano le città.
Come ho già scritto anche nei giorni precedenti
viaggiare su questi treni è davvero
Uno spettacolo perché molto tranquilli ed ordinati
e più simili a un aereo che ad un
treno, almeno valutando i nostri standard.
Quando arriviamo alla stazione di Hiroshima il tempo non
è bellissimo ma
almeno non piove.
Il nostro hotel si trova vicino al famoso Peace Memorial
Park e per raggiungerlo
dobbiamo per forza utilizzare i mezzi. Proprio fuori dalla
stazione si trova il
capolinea di molti autobus e, grazie alle indicazioni
di una gentilissima addetta
dell’Ufficio Turistico, arriviamo senza alcun problema
in hotel.
Purtroppo la nostra stanza non è pronta quindi
lasciamo i bagagli e dopo un
veloce pranzo al Mc Donald’s , partiamo per la nostra
visita alla città. Visto il
migliorare delle condizioni meteo decidiamo di spostarci
nella vicina isola di
Miyajima che dista dal centro città circa un’ora.
È possibile raggiungere il porto di imbarco o con
il tram che parte dalla stazione
oppure con la linea ferroviaria della JR e da qui con
un ferry boat , in un a decina
di minuti, si arriva sull’isola.
L’isola è famosa per il suo splendido Tori
galleggiante considerato uno dei tre più
belli panorami giapponesi in quanto con l’alta marea
il Tori viene in parte coperto
dall’acqua.
Appena scesi dal traghetto anche qui, come a Nara, ci
vengono incontro diversi
cerbiatti che per nulla intimoriti si avvicinano ai turisti
in cerca di cibo. Per
arrivare al Tori si percorre una strada che da un lato
costeggia l’oceano dall’altra,
invece, è costellata di negozi di souvenir che
noi evitiamo per arrivare in fretta al
Tori. Essendoci la bassa marea il Tori non è coperto
da acqua e noi, come tutti gli
altri turisti, andiamo proprio sotto il Tori per fotografarlo
da tutte le possibili
angolazioni. Il Tori rappresenta la porta di ingresso
del Itsukushima-Jinja , un
santuario che con l’alta marea viene coperto in
parte dall’acqua. Vedendolo
dall’esterno decidiamo di non visitarlo ma di fare
una passeggiata sull’isola
evitando però di salire sulla sua vetta seppur
consigliato dalla guida visto il nostro
tempo a disposizione.
Facciamo una sosta per fotografare la grande pagoda arancione
a cinque piani e
poi passeggiamo lungo l’oceano sempre accompagnati
dai numerosi cerbiatti che
mi rubano addirittura dalle mani un fazzoletto di carta
… boh, sono davvero
tremendi ….
In lontananza, immerso nel verde, vediamo il profilo di
un altro tempio e saliamo
scoprendo che si tratta del Daisho-inn , tempio della
setta Shingon ( ingresso
Gratuito) che pur non essendo molto considerato dalla
nostra Lonely ci sorprende
molto. Infatti, in tutto il tempio sono disseminate tantissime
strane statuette
rappresentanti dei Buddha di piccole dimensioni, oltre
ad un laghetto con enormi
carpe. Restiamo un bel po’ nel tempio visto che
si distribuisce su più livelli.
Quando scendiamo sulla strada di ritorno verso il ferry
boat decidiamo di passare
nuovamente vicino al Tori per ammirarlo ancora una volta
e con grande sorpresa
ci accorgiamo che è già coperto dall’acqua
grazie all’alta marea. È uno spettacolo
magnifico che noi continuiamo ad immortalare per poi rientrare
verso il ferry boat
curiosando fra i diversi negozietti.
Soddisfatti per la splendida giornata rientriamo sulla
terra ferma e da lontano
ammiriamo ancora una volta lo splendido panorama del Tori
galleggiante che non
per niente è uno dei tre più bei panorami
del Giappone. Credo che questa “ cartolina”
resterà per molto tempo nella mia mente insieme
a molte altre splendide immagini
ammirate in questo viaggio.
Sulla strada di ritorno al nostro hotel passiamo per il
Peace Memorial dove non
possiamo non fermarci ad osservare l’A-Dome unico
edificio rimasto, in parte
intatto, dopo la caduta della bomba atomica. Passare in
questi luoghi ci fa venire
i brividi pensando alla tragedia di quella giornata ed
alle sue successive
conseguenze. Il nostro hotel si trova poco distante dall’A-Dome
tanto che dalla
nostra finestra lo vediamo tranquillamente anche se, a
differenza delle fotografie
viste da casa, non siamo riusciti a vederlo illuminato.
Per cena andiamo in una zona vicino all’hotel, considerata
il centro della città,
molto animata e piena di ristoranti italiani in particolare
che però noi evitiamo.
Dopo una breve passeggiata rientriamo in hotel visto che
soffia anche un vento
abbastanza fresco.
Rientrati in camera proviamo l’ennesima bibita acquistata
nelle onnipresenti
macchinette giapponesi.
Dopo aver provato già bibite da noi sconosciute
come la mitica CC Lemon, la Fanta
Grape o la Peach, questa sera proviamo una Fanta in lattina
con degli strani
disegni. Quando la apriamo la bibita è la classica
Fanta che però invece di essere
liquida è gelatinosa.
27 settembre
Colazione: Starbucks 800 Yen
Pranzo: bento nel parco del Himeji-jo 1120 yen
Cena: ristorante nella zona di Minami 3429 Yen
Pernottamento: Hotel Ramada http://www.ramada-osaka.com
78,04 euro
Dopo la colazione da Starbucks, dedichiamo la prima parte
della mattinata al
Peace Memorial Park ed ai suoi monumenti. Questo parco
vuole sottolineare
l’importanza della pace e commemorare tutte le vittime
di quel tragico 6 agosto del
1945. Nel parco oltre all’A-Dome sono raggruppati
tutti monumenti simboli della
città, tutti molto toccanti anche perché
ci troviamo all’interno del parco proprio alle
8,15, orario in cui cadde la bomba.
Per prima cosa visitiamo il Cenotafio in cui sono riportati
i nomi di tutte le vittime
ed in cui arde la Fiamma della Pace che verrà spenta
solo quando verrà distrutta
anche l’ultima arma nucleare. Poco oltre si trova
forse il monumento più toccante
il Children’s Peace Monument dedicato alla famosissima
Sadako, meglio
conosciuta come la ragazza della gru. Infatti quando a
dieci anni si accorse di
essere stata colpita dalla leucemia, Sadako iniziò
a costruire gru in carta
pensando che se ne avesse costruite 1000 sarebbe guarita.
Purtroppo ciò non
avvenne e la sua impresa fu proseguita dai suoi compagni
di classe e poi dai
moltissimi visitatori che portano al monumento tantissime
gru di carta colorata.
Vedere questo monumento e le gru colorate che lo decorano
fa davvero venire i
brividi e non ci sono parole per descrivere la tristezza
sui nostri volti e su quelli
degli altri turisti, giapponesi in particolare.
Da lì proseguiamo verso il Memorial Peace Museum,
un museo in cui è raccontata
la storia della tragedia e sono raccolti anche i cimeli.
Anche il museo è davvero
molto coinvolgente tanto che diverse volte mi sono sentita
riempire gli occhi di
lacrime in particolare nella seconda parte dedicata alla
storia dei morti e dei
superstiti. Il museo, progettato insieme a parte del parco
dall’architetto giapponese
Tange Kenzo , è ad ingresso praticamente gratuito
tranne per l’irrisoria cifra di
50 Yen.
Lasciamo l’hotel abbastanza angosciati con la speranza
che un episodio simile
non si possa più ripetere e rientriamo nel nostro
hotel che tra l’altro è stato costruito
proprio nel punto dove è stata lanciata la bomba
in quel lontano 1945.
Riprendiamo i nostri bagagli ed alle 10,46 riprendiamo
il treno verso la nostra
ultima tappa della vacanza, la città di Osaka.
Lasciamo Hiroshima molto colpiti perché, come anche
le guide riportano, la città si
è ripresa molto bene dal tragico evento della bomba
atomica e si presenta come una
città moderna, piena di vita e di giovani sempre
alla ricerca dei divertimenti.
Prima di arrivare ad Osaka decidiamo di fare una sosta
ad Himeji, cittadina
lungo la strada famosa per il suo splendido castello.
Essendo in transito abbiamo con noi anche i bagagli che,
come letto in
praticamente moltissimi altri diari, lasciamo in deposito
nelle cassette di
sicurezza della stazione. Il sistema non è proprio
economico ma davvero utilissimo
tanto che poco dopo il nostro arrivo non si trova più
una cassetta vuota.
A piedi raggiungiamo il non vicinissimo castello, ma prima
di entrare ci
fermiamo per pranzo. Decidiamo di prendere un bento da
asporto e ci fermiamo a
mangiarlo nel parco fuori dal castello .
Il Himeji-jo è considerato uno dei più bei
castelli giapponesi anche per il fatto che è
uno dei pochi visibili nella sua struttura originale risalente
al 1580. L’accesso al
castello prevede due diverse tipologie di biglietto: uno
prevede il solo ingresso al
castello, mentre il secondo oltre al castello prevede
anche l’ingresso al vicino Koko-
en per un totale di 720 Yen anziché 900.
Il castello soprattutto dal fuori è molto bello
in particolare per la bellissima
architettura dei suoi tetti ed è possibile anche
visitarlo all’interno salendo sino
all’ultimo piano ( il settimo) della Main Tower.
L’interno non presenta nulla di
particolare se non alcuni documenti riguardanti i samurai
ma una volta
raggiunta la vetta è possibile stampare l’ennesimo
timbro dedicato al castello.
Terminata la vista al castello raggiungiamo il vicino
Koko-en, un parco suddiviso
in nove differenti giardini ognuno con particolarità
proprie ma tutti richiamanti
lo stile Edo in cui si possono trovare ruscelli, laghetti,
un pergolato e molto altro
ancora.
Con la visita di questo bellissimo e meritevole parco
termina la nostra sosta nella
cittadina di Himeji.
Rientriamo in stazione e, recuperati i bagagli, partiamo
alla volta di Osaka
ultima tappe del nostro viaggio nel paese del Sol Levante.
Le due città distano circa un’ora di treno
e poi con la metropolitana raggiungiamo
il nostro hotel, il Ramada. Dal fuori l’hotel è
molto bello così pure gli spazi comuni
mentre la stanza che ci viene riservata è davvero
molto piccola , la più piccola e
scadente di tutta questa splendida vacanza.
Per cena decidiamo di raggiungere sempre con la metropolitana,
Osaka è una città
piuttosto grande, la zona di Minami che secondo la Lonely
Planet è il luogo
migliore dove trascorrere la serata.
Ed effettivamente appena usciti dalla metro ci troviamo
di fronte a tantissima
gente che anima le strade e le gallerie circostanti animatissime
di locali, ristorante
e delle immancabili sala pachinko.
Per la cena scegliamo ancora una volta a caso ed anche
questa volta mangiamo
bene seppur nessun cameriere parli inglese e ci affidiamo
alle onnipresenti
fotografie dei piatti.
Terminata la cena facciamo ancora una passeggiata nella
galleria dove oramai
molti negozi sono chiusi ma ancora animatissime e tra
l’altro riusciamo pure a
scovare una wi-fi gratuita di cui approfittiamo immediatamente.
28 settembre
Colazione: Starbucks 800 Yen
Pranzo: ristorante a Minami 1800 Yen
Cena: ristorante a Umeda 2428 Yen
Pernottamento: Hotel Ramada http://www.ramada-osaka.com
78,04 euro
Ed eccoci così arrivati alla fine di questa splendida
vacanza in quanto oggi
purtroppo è l’ultimo giorno in Giappone.
Dedichiamo la giornata alla scoperta di Osaka che a dire
il vero non è nulla di
particolare ma noi abbiamo deciso di tenerla coma tappa
finale avendo poi da qui il
volo di rientro.
Il tempo questa mattina non promette bene perché
piuttosto cupo. Dopo la colazione
da Starbucks ( ma li apriranno mai in Italia??) andiamo
alla scoperta di questa
città che già di primo acchito non ci sembra
nulla di eccezionale, ma pazienza ….
Decidiamo di seguire i consigli della nostra guida e restiamo
ad Umeda per la
visita dello Umeda Sky Building ad una decina di minuti
a piedi dal nostro
hotel. Il palazzo è davvero molto innovativo e
particolare e nei paini più alti si trova
anche un osservatorio che però visto il tempo preferiamo
saltare. Carina, invece, la
Takimi-koji Alley, la riproduzione di una antica via commerciale
del periodo
Showa nella parte interrata del palazzo.
Da qui con la metropolitana ci spostiamo nella zona di
Den Den Town , la versione
locale della Akihabara di Tokyo, dove la maggior parte
dei negozi vende prodotti
di elettronica tranne alcuni di gadgets e di manga. In
questa zona come nel resto
in gran parte di Osaka, gli “ occ “ sono davvero
pochi , ma il quartiere è davvero
carino e qui Giovanni trova finalmente il negozio Gundam’s
dove rivive la
propria infanzia e fa anche un po’ di shopping.
A piedi rientriamo nella vicina Minami caratterizzata
da lunghissime gallerie
coperte piene di negozi, ristoranti, locali ed ovviamente
sale pachinko. Ne
approfittiamo per pranzare e poi proseguiamo la nostra
passeggiata sotto i portici
ed ecco comparire davanti a me uno store originale della
famosissima Hello Kitty,
l’adorato gattino dei giapponesi.
Il negozio, originale Sanrio, vende tantissimi gadget
ed ovviamente anche io non
posso esimermi dall’acquistarmi una bellissima maglietta.
Sempre tramite i portici si può arrivare anche
nella zona di Dotombori, quartiere
dei divertimenti notturni della città ma animatissimo
seppur siamo in pieno
giorno. Molto particolari sono le insegne di ristoranti
e locali che noi non possiamo
non fotografare.
Dopo un passaggio sulla Montenapoleone di Osaka ed una
sosta all’Apple Store
per scroccare un po’ di internet gratis entriamo
in un simpaticissimo quartiere,
Amerika Mura, piccola zona di negozi e ristoranti alla
moda frequentatissima
dai giovani giapponesi amanti del mito americano. Questa
zona è anche molto
frequentata dalle ragazze Colsplay che sono vestite in
modo stranissimo; entro
anche in un negozio del genere ben lontana dall’idea
di comprare qualcosa.
Visto che è ancora piuttosto presto riprendiamo
la metro e ci spostiamo nella zona
dell’Osaka-jo, il castello di Osaka. Ci accontentiamo
di vederlo dal fuori e di
scattare qualche fotografia, mentre inizia a piovigginare.
Proprio di fronte al castello si trova una zona con moderni
grattacieli con
all’interno centri commerciali. Fra di essi merita
sicuramente una visita lo
showroom di Panasonic dove ammiriamo le ultime novità
in circolazione.
Per la cena restiamo nella zone del nostro hotel in modo
da rientrare presto per
preparare i bagagli visto che il nostro volo è
piuttosto presto.
E così finisce il nostro viaggio alla scoperta
di questa splendida terra.
Domani ci aspetta una giornata ancora intensa interamente
occupata dal volo
aereo che ci riporta a casa.
29 settembre
Colazione: in aeroporto a Tokyo 700 Yen
Pranzo: in volo
Cena: in volo
Pernottamento: in volo
Oggi è davvero una levataccia. Alle 5.30 suona
la nostra sveglia ed alle 6.00
siamo già sul taxi che ci porta in aeroporto. È
la prima volta che in vacanza ci
capita di prendere un taxi ma avendo il volo così
presto non c’è un’altra alternativa
visto che la metro apre alle sei ed il tragitto richiede
più di mezz’ora.
Il taxi, invece, visto l’orario è molto più
veloce ed alle 6,15, con davvero largo
anticipo, entriamo ad Hitami, l’aeroporto di Osaka
adibito ai voli nazionali.
Depositiamo i bagagli e girovaghiamo nel piccolo aeroporto
in attesa del nostro volo
aereo. Puntualissimi alle 8.20 decolliamo verso Tokyo
lasciando Osaka sotto un
forte acquazzone. Il volo della durata di un’ora
e venti minuti è davvero molto
comodo ed in perfetto orario arriviamo a Tokyo.
L’aeroporto di Tokyo Narita è davvero spettacolare
con una zona duty free
splendida con un’offerta davvero ampia e dove ne
approfittiamo per acquistare del
sakè approfittando anche di un buono sconto di
5oo Yen, offertoci da un gentile
signore giapponese. In aeroporto si trova anche un Yahoo
Cafè, dove gratuitamente
è possibile connettersi ad internet presentando
solo la propria carta di imbarco ed il
passaporto. Ci sono a disposizione moltissimi PC ed è
possibile restare tutto il
tempo che si vuole. In questo modo il tempo di attesa
dello scalo trascorre in modo
veloce ed alle 13.40 ci imbarchiamo sul volo Jal verso
Milano.
Il volo trascorre abbastanza veloce anche se dodici ore
di volo iniziano ad essere
tante ed alle 19.00 atterriamo a Milano.
La nostra vacanza è purtroppo finita ma degli splendidi
ricordi resteranno nella
nostra mente.